«Siamo scioccati per quanto quanto accaduto all’istituto comprensivo Bruno De Finetti di Roma, dove una docente ha mostrato agli alunni un video sulla “Super Patata”, un’eroina che ‘sconfigge’ i cattivi alzando la gonna e lanciando ‘raggi’ dal suo organo genitale. Ecco che succede quando le scuole vogliono sostituire le famiglie nell’educazione sessuale dei loro figli e non rispettano i limiti delle loro competenze. Chiediamo al Miur e all’Ufficio Scolastico Regionale provvedimenti netti sul caso e di ribadire alle scuole di ogni ordine e grado che su temi sensibili come la sessualità e l’affettività bisogna sempre prima informare le famiglie e chiederne il consenso esplicito», dichiara Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia.
«Stamattina siamo stati ricevuti al Ministero dell’Istruzione dal Sottosegretario Sasso – afferma Maria Rachele Ruiu, responsabile ‘Scuola’ di Pro Vita & Famiglia – per consegnare oltre 30.000 firme contro l’uso di asterischi, simboli neutri e ‘schwa’ nei documenti scolastici per eliminare i riferimenti al maschile e al femminile in ossequio al ‘genere fluido’. Questa folle tendenza e il caso di Roma sono le facce della stessa medaglia: l’idea che la scuola possa essere usata per indottrinare i ragazzi secondo i dettami del politicamente corretto. Adesso basta! Chiediamo al Ministro Bianchi di intervenire immediatamente vietando qualsiasi storpiatura linguistica a fini politici e pretendendo che i dirigenti scolastici difendano il diritto di priorità educativa dei genitori tramite il consenso informato preventivo, soprattutto quando si tratta di temi sensibili come la sessualità e l’affettività».