“Non lo dimenticate: dare la morte, anche qualora fosse possibile per legge, andrebbe contro il senso del vostro operare e del vostro essere! Continuate a difendere la vita, dall’inizio e fino alla fine; continuate a insegnarlo, a un mondo che ne ha smarrito il valore e a noi tutti”. Cosi’ l’Ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marciano’ si e’ rivolto ai madici e agli operatori sanitari, nell’omelia pronunciata nel corso della celebrazione eucaristica nella Chiesa “Salus Infirmorum” dell’Ospedale Militare Celio di Roma, in occasione della Giornata Mondiale del Malato.
“Toccando i malati, i sofferenti, voi siete chiamati a sentire la vita: non semplicemente un organo, una patologia, un difetto… ma la vita di quella singola persona”, ha continuato il vescovo. “Quella vita di cui siete a servizio, conservando il compito altissimo di custodirla, curarla, prendervene cura. Questo e’ il vostro compito”, ha aggiunto. “E’ paradossale parlare di vita come ‘problema’, come tema oggi scottante, specie nel nostro Paese”, ha sottolineato Marciano’ che ha ribadito l’importanza di “sentire la vita”, “sentire che quella che noi tocchiamo, che voi medici toccate – ha detto -, e’ la vita unica e irripetibile di un essere umano ed e’ la carne di Cristo”. “Nel tempo in cui la pandemia ha obbligato a ridurre i contatti, questo modo di toccare la vita e la carne delle persone, non di rado ha invece esposto medici e operatori sanitari a pericoli e contagi, anche mortali”, ha concluso ricordando con “gratitudine e commozione le vittime del Covid 19 ma anche i tanti medici e operatori sanitari – specie i membri della sanita’ militare – che con prontezza si espongono in situazioni di guerra, calamita’, condizioni difficili… e si espongono fino al rischio della vita, per salvare, sollevare, toccare la vita altrui”.