Il nuovo calo delle nascite registrato dall’Istat nel 2020 “era atteso, era stato dato infatti in via previsionale da qualche mese per cui ci si aspettava che le nascite sarebbero state 404-405mila, circa 20mila in meno rispetto al 2019. Purtroppo le previsioni per l’anno in corso sono addirittura ulteriormente negative. Stiamo vivendo ogni anno un record negativo di nascite, per cui ci aspettiamo di arrivare per il 2021 a 385mila nascite, al di sotto dei 400mila nati all’anno, una cosa che non si è mai verificata nella storia del nostro Paese”.
A commentare con la Dire i dati sulla natalità del 2020 in Italia, diffusi oggi dall’Istat, è Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin). “La cosa che spaventa di questi dati- constata Orfeo- è il saldo negativo, a fronte di 405mila nati ci sono stati infatti 740mila morti. La popolazione si è ridotta in maniera drastica anche per effetto della pandemia. Vediamo infatti che il decremento maggiore c’è stato nelle zone che hanno pagato il prezzo più alto alla pandemia, la Lombardia e le Regioni del Nord-Est che hanno avuto un 30% in più di decessi rispetto all’anno precedente. Il saldo negativo viene solo parzialmente compensato dall’aumento della popolazione immigrata, che non è però paragonabile agli anni scorsi quando l’ondata migratoria era stata consistente”.