L’Islam, senza dubbio, comparve sulla scena circa cinque secoli dopo che fu scritto l’ultimo libro della Bibbia; pertanto non contiene nulla che riguardi l’Islam in quanto tale. Ma la sua prospettiva profetica potrebbe racchiudere qualche indicazione a riguardo? Di sicuro, da lungo tempo i musulmani sostengono di aver trovato profezie di Maometto in alcuni passaggi biblici. Ma agli occhi dello studente scrupoloso della Bibbia, tuttavia, risulta oltremodo palese che tali interpretazioni sono frutto di pura fantasia.
Sebbene non ci preoccupano più di tanto, dobbiamo seriamente tener presenti queste dichiarazioni quando ci troviamo a parlare con un musulmano.
Uno dei passaggi più interessanti che i cristiani spesso collegano all’Islam si trova in Genesi 17 dove Dio, in risposta alla supplica di Abrahamo di includere Ismaele nella promessa del patto, specifica inequivocabilmente che la promessa si estende solamente ad Isacco ed i suoi discendenti. Nonostante ciò, Dio promette di benedire Ismaele facendolo diventare padre di “12 principi” e ”una grande nazione” (versetto 20).
I cristiani cercano spesso di collegare erroneamente questa promessa all’Islam; alcuni addirittura ipotizzano che l’Islam potrebbe esserne l’adempimento. Comunque sia, sembra chiaro che la Bibbia considera la promessa come già adempiuta al tempo in cui fu scritto Genesi 25:13-18; i dodici figli di Ismaele erano diventati “principi tribali” ed una grande nazione, a giudicare dall’area in cui si erano stabiliti. Il passaggio che io ritengo sia la chiave per la prospettiva biblica sull’Islam è Galati 4:21:31(Nuovo Testamento).
E’ interessante notare che, pur guardando anch’esso indietro a Ismaele, allo stesso tempo ignora completamente la promessa in Genesi 17:20. Il suo approccio consiste piuttosto nel prendere Ismaele ed Isacco con le rispettive madri come esempi di due sistemi religiosi contrapposti – legge e grazia.
Osservate quanto segue:
Agar = concubina, schiava
Ismaele = generato secondo la carne
L’Antico Patto = schiavitù
Monte Sinai, la Gerusalemme presente
La Gerusalemme celeste
Seguaci del Giudaismo = schiavi = non eredi Sara = moglie, donna libera
Isacco = nascita soprannaturale, figlio della promessa.
IL Nuovo Patto = libertà
Seguaci di Cristo = liberati dalla schiavitù = figli della promessa e eredi.
Le analogie tra i fatti di cui sopra che riguardano Agar e le origini dell’Islam sono notevoli. Ismaele, il figlio che Abrahamo ebbe dalla schiava, potrebbe (anche se è impossibile dimostrarlo) essere un antenato di Maometto, come sostengono erroneamente i musulmani. E il tema della schiavitù è al centro dell’ideale islamico sulla relazione Allah-uomo: Allah è “Dio” e l’uomo è il Suo schiavo.
Ma ciò che colpisce di più è il collegamento della “presente città di Gerusalemme ed i suoi figli” con Agar invece che con Sara. Il contesto fa capire chiaramente che viene fatto riferimento ad un sistema religioso- legalismo farisaico – e non al gruppo etnico.
Il fatto che il Giudaismo sia alla lontana una delle fonti della legge islamica è un fatto storico accertato! Quello che il passaggio sta dicendo è che il Giudaismo ha rinunciato all’eredità di Sara – libertà per mezzo del Messia – in favore dell’eredità d’Ismaele (e l’Islam) – schiavitù sotto la legge religiosa. Quindi, tutto considerato, questo passaggio è indicativo per qualsiasi valutazione teologica cristiana dell’Islam.
Chi è Francesco Maggio
Francesco Maggio è il pioniere dell’evangelismo fra i musulmani in Italia. Sempre in prima linea con le chiese evangeliche l’attività prosegue con l’evangelizzazione dei musulmani, con la diffusione di letteratura e di materiale multimediale per insegnare ai credenti come raggiungere i musulmani, loro vicini, con il Vangelo. Si deve principalmente a lui negli ultimi 30 anni l’implementazione di modelli evangelistici rivolti specificamente ai musulmani, sempre più adottati dai cristiani italiani.
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