Sostenere chi soffre di esaurimento mentale, emotivo, affettivo, fisico e di burn-out a seguito di un sovraccarico di lavoro. E’ l’intenzione di preghiera di Papa Francesco per il mese di novembre. Dopo oltre due anni di pandemia, i lockdown, lo smartworking, molti lavoratori si sono ritrovati a dover gestire un carico di stress duplicato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il burnout come un fenomeno occupazionale dovuto a stress cronico mal gestito e dal 2019 è stato riconosciuto come una vera e propria ‘sindrome’. E’ legato a una condizione di stress prolungato, una tensione persistente che si trasforma in ‘distress’ e comporta un esaurimento delle risorse dell’individuo, come è successo a tanti lavoratori nei mesi di smartworking.
I problemi maggiori erano legati all’incapacità di disconnettersi dal lavoro e all’impossibilità di avere orari precisi. Secondo alcune recenti ricerche, due lavoratori su tre, ovvero il 69%, in pandemia hanno sofferto di burnout, 20% in più rispetto ai mesi pre-lockdown.
“La tristezza, l’apatia, la stanchezza spirituale finiscono per dominare la vita delle persone, che si vedono sopraffatte dal ritmo della vita attuale”, sottolinea Francesco, chiedendo ai fedeli di “stare accanto a chi è esausto, a chi è disperato, senza speranza, spesso ascoltando semplicemente in silenzio, perché non possiamo andare a dire a una persona: ‘No, la vita non è così. Ascoltami, ti do io la ricetta’”. La ricetta, osserva, non esiste. E accanto all'”imprescindibile accompagnamento psicologico, utile ed efficace”, aiutano “anche le parole di Gesù. Mi viene in mente e nel cuore la frase: ‘Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro’. Preghiamo affinché le persone che soffrono di depressione o di burn-out trovino da tutti un sostegno e una luce che le apra alla vita”.