La Cassazione ha riconosciuto le adozioni gay nel nostro paese. È stata infatti convalidata la trascrizione, nell’anagrafe italiana, dell’adozione – avvenuta a New York – di un bambino da parte di una coppia costituita da un italiano e un cittadino americano.
La notizia non è piaciuto a Povia, che ha commentato così la sentenza della Cassazione.
“Con le leggi si può fare tutto, ma non dimentichiamoci che dal giorno zero del mondo, i bambini nascono da un ovulo femminile e uno spermatozoo maschile, non lo dico io. Mettere di mezzo sempre l’amore sembra più una scusa ideologica”.
“Personalmente – spiega il cantautore – credo che i bambini vorranno bene a chiunque li cresca con amore ma laddove è possibile, se possono crescere con una figura materna e una paterna è meglio, perché privare un bambino di una mamma o un papà antropologicamente non è corretto”.
Prima dell’amore “ci sono i ruoli, mamma e papà, poi le differenze, uomo e donna, la forza fisica diversa tra i due sessi e anche gli odori, del papà e della mamma”, spiega. In tema di genitorialità omosessuale, Povia fa poi un cenno alla pratica dell’utero in affitto: “Molte persone vanno all’estero a comprare bambini a km zero tramite gestazione di sostegno, e cioè utero in affitto, pagando 2 donne, una donatrice e una che porta a termine la gravidanza come hanno fatto Elton John o Ricky Martin o che so, Vendola. In Italia l’utero in affitto è reato, legge 40, c’è la galera”, dice senza mezzi termini.
Cassazione, il sì alle adozioni delle coppie gay all’estero. Il commento di Paolo Brosio
“Io dico che un bambino ha diritto ad avere un papà e una mamma. La famiglia naturale deve essere al centro delle attenzioni del legislatore. Tutti siamo nati da una mamma e un papà, ci vuole massima protezione giuridica per tutti, ma non preminenza sulla famiglia naturale, perché se crolla la famiglia crolla la società”.
Ad affermarlo è Paolo Brosio. “Se il legislatore dà una prevalenza alla famiglia omosessuale rispetto a quella naturale, si arriva a quegli abomini per cui ad esempio si permette che ci sia il riconoscimento dell’utero in affitto -incalza Brosio- che secondo me è una cosa folle, perché vai a rendere cittadina di serie B magari una donna che, in condizioni di grave prostrazione psicofisica o di bisogno, affitta l’utero a due uomini che possono permettersi di tirare fuori 150mila euro, di cui 130mila, lo sanno tutti, vanno a loschi trafficanti”.
“Il legislatore deve mettere al centro la famiglia naturale, che partendo da un presupposto di valori cristiani, deve prevalere”, dice Brosio, che osserva: “Quante famiglie ci sono oggi in Italia dove il papà guadagna 1 euro e la mamma non va a lavorare? Le norme devono tutelare queste famiglie, con gli incentivi, le agevolazioni, con una politica che è sempre stata promessa e poi nei fatti non c’è”.
Questo non significa, sottolinea il giornalista, “che due donne o due uomini non debbano avere protezione, anzi. Se uno ha una forte fede deve avere una grande protezione per chi non può avere una famiglia naturale perché ha tendenze sessuali diverse. Siamo tutti figli di Dio e degni di amore e protezione, anche giuridica”, spiega. Nessuna condanna dunque “alla diversità sessuale, anzi: per quanto mi riguarda ho massimo rispetto e collaborazione a tutto tondo, sia nella professione che nella vita e nell’amicizia – dice Brosio – Però dico solo che non si può dare una preminenza alla famiglia omosessuale rispetto alla famiglia naturale, perché così il risultato è che si discrimina al contrario. Bisogna trovare una giusta misura”.