“La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l’unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità.” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003, firmata Card. Ratzinger, con approvazione di S. Giovanni Paolo II).
Se qualcosa non è conforme alla legge divina perché la Chiesa dovrebbe approvarlo? Per avallare un errore morale?
No alla benedizione delle unioni (ma sì alla benedizione delle singole persone)
La stessa congregazione con l’approvazione di Papa Francesco in una nota del 15 marzo afferma che “la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del matrimonio, dato che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Se qualcosa non è conforme alla legge divina perché la Chiesa dovrebbe benedirla? Per ingannare gli interessati? Per dare una falsa testimonianza?
Posizioni diverse non sarebbero che ipocrite captatio benevolentiae nei confronti non tanto degli omosessuali, bensì dell’omosessualismo ideologico, padrone della comunicazione massmediatica e della cultura relativista.