Quasi 300 aborti evitati in un mese. È questo il bilancio della campagna internazionale pro life “40 days for life” iniziata il 17 febbraio. Ne dà notizia il portale della manifestazione sul sito www.40daysforlife.com nata nel 2007. I risultati ottenuti in questi anni sono notevoli: 18.000 vite salvate, quasi 110 centri di aborti chiusi e 211 persone che lavoravano nei centri per l’aborto e che poi hanno smesso di farlo.

Sono avvenute conversioni letteralmente straordinarie in questi anni. Come quella, avvenuta nel 2009, di Abby Johnson, al tempo astro nascente del colosso abortista Planned Parenthood; la Johnson – sulla cui vicenda c’è anche un bellissimo film, Unplanned – ha infatti cambiato idea sull’aborto dopo aver assistito ad uno di questi interventi.

Quasi 300 piccole vite salvate dalla morte grazie a “40 days for life”

Ma come è stato possibile salvare quasi 300 vite? Con veglie di preghiera e digiuno 24 ore su 24 di fronte a ospedali in cui si praticano gli aborti. I volontari si sono riuniti al San Gerardo di Monza, mentre da giovedì 25 saranno all’ospedale Niguarda.

Secondo Pro Vita e Famiglia, nel 2020 sono stati effettuati in tutto il pianeta 42.655.372 interventi abortivi. Significa che ogni giorno ci sono stati quasi 117.000 aborti, 4.860 all’ora, oltre 81 al minuto, ben più di uno al secondo. Una vera e propria strage, ancora più drammatica rispetto a quella avvenuta nel 2019, quando gli aborti praticati a livello mondiale furono 42,4 milioni.