La neolingua invade il Parlamento europeo. A denunciarlo è l’europarlamentare della Lega e Responsabile del Dipartimento Famiglia del Lazio Simona Baldassarre.
Il Glossario del linguaggio “sensibile” per la comunicazione interna ed esterna è già stato redatto dall’unità Uguaglianza, inclusione e diversità che fa capo alla Direzione generale per il personale. Insomma, tutti, dai funzionari ai politici ai portaborse, dovranno usare i termini e le sostituzioni previste dalle linee guida. “Inclusione” e “politicamente corretto” le parole d’ordine.
Lo scopo è individuato nel “comunicare correttamente su questioni riguardanti la disabilità, le persone LGBTI+, la razza, l’etnia e la religione”.
Neolingua al Parlamento europeo: guai a dire”padre/madre”
Qualche esempio? Non si parlerà più di “matrimoni gay”, ma di “matrimoni egualitari”. Niente più “diritti dei gay e degli omosessuali”, ma “trattamento equo, paritario”.
“Gay, omosessuali e lesbiche” non saranno più termini utilizzati. Politicamente scorretti, sono stati sostituiti da “persone gay, persone omosessuali, persone lesbiche”.
Anche concetti biologici e innegabili come “maschio” e “femmina” sono stati messi in discussione. “Sesso assegnato alla nascita” sarà la dicitura “moderna”, guai ad usare quella di “sesso biologico” che pure sembra così naturale e scontata. Ormai, di scontato non c’è più nulla e ogni punto fermo viene scardinato come se nulla fosse in nome di una pratica del “non offendere” che, per quanto nobilmente vestita, pare piuttosto essere una ricerca dell’esasperazione.
Non si parlerà più di “cambio di sesso”, ma di “transizione di genere”.
Sorte infelice – manco a dirlo – per “padre” e “madre”, termini già abbondantemente bistrattati. Meglio “genitori”, generico e asessuato, che evita problemi.
“Quando si perde la battaglia delle parole, si perde la battaglia delle idee”
“Come politico, come medico e come madre di famiglia sono indignata: dietro una comunicazione formalmente e giustamente anti-discriminazioni, si nasconde la violenza del pensiero unico arcobaleno che la Ue pretende di imporre – ha dichiarato Simona Baldassarre attraverso le pagine di Libero Quotidiano -. Un’imposizione nella direzione di un’altra idea di società, di famiglia, di natura, di vita. Una nuova religione con sacerdoti, teologi, ideologi e amanuensi. La tecnica è nota: si cambiano le parole, si rovesciano i significati, si introduce una neo-lingua che cambia il modo di pensare delle persone”.
“Ma noi non ci faremo uniformare dalla Ue – ha concluso l’europarlamentare -. Siamo orgogliosi dei nostri valori e delle nostre tradizioni. Quando si perde la battaglia delle parole, si perde la battaglia delle idee. E noi non perderemo né l’una né l’altra”.