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Vaticano, sanzioni per chi non si vaccina: si può arrivare anche al licenziamento

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Vaticano, sanzioni per chi non si vaccina: si può arrivare anche al licenziamento

venerdì 19 Febbraio 2021 - 10:09
Vaticano, sanzioni per chi non si vaccina: si può arrivare anche al licenziamento

Non vaccinarsi potrebbe portare persino al licenziamento. Questo quanto decretato dal Vaticano con una misura che stabilisce severe sanzioni per dipendenti e cittadini che si oppongono alla somministrazione del vaccino contro il Covid-19.

Vaticano, sanzioni per chi non si vaccina

Qualche settimana fa tutti settori amministrativi della curia erano stati sottoposti ad un questionario, che fornisse una panoramica su quanti si sarebbero vaccinati e quanti no.

Ora il provvedimento del Governatorato. La vaccinazione resta volontaria, ma il riferimento alla legge del 2007, articolo 7 comma 6, sulla tutela della salute sul luogo di lavoro rimanda a scenari che arrivano anche al licenziamento. Si tratta di casi estremi, naturalmente.

Il decreto parla infatti di “conseguenze di diverso grado, che possono giungere fino alla interruzione del rapporto di lavoro”.

Per chi, invece, non potrà vaccinarsi per ragioni di salute, è previsto un cambio o un calo di mansione. Lo stipendio resterà, tuttavia, invariato.

Il documento stabilisce anche le sanzioni per il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Tra queste, il divieto di assembramento, l’uso delle mascherine, il rispetto del distanziamento, e così via.

Papa Francesco: “Vaccinarsi è un’opzione etica”

Il decreto annovera il vaccino tra gli strumenti utili a ridurre il rischio di contagio. Vaccinarsi, quindi, è un atto “a tutela della salute dei cittadini, dei residenti, dei lavoratori e della comunità di lavoro”.

Il provvedimento è nel segno di quanto, d’altronde, il Papa aveva già dichiarato in merito. “Credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri”.

Il decreto – precisa una nota – è “uno strumento che in nessun caso ha natura sanzionatoria o punitiva“. Il suo scopo sarebbe solamente quello di “consentire una risposta flessibile e proporzionata al bilanciamento tra la tutela sanitaria della collettività e la libertà di scelta individuale senza porre in essere alcuna forma repressiva nei confronti del lavoratore”.

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