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Telecamere e lacrime calde per l’uscita di scena di Conte

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Telecamere e lacrime calde per l’uscita di scena di Conte

Diego Torre

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giovedì 18 Febbraio 2021 - 11:36
Telecamere e lacrime calde per l’uscita di scena di Conte

Come l’avvocato del popolo è tornato a farne modestamente parte.
Ammettiamolo. Una lacrima ci è scappata a tutti. Vedere Conte che va via, egli, così pulito e così perbene, delicato, educato, gentiluomo. Cacciato dalle perfide mene del malvagio Renzi, mano manina con la fidanzatina recalcitrante all’esposizione mediatica. Casalino che si scioglie in lacrime. Il tutto nella cornice un pò mesta ma festosa, intrecciata dalla militaresca solennità del picchetto d’onore e dalle turbe impiegatizie, commosse ma plaudenti alle finestre degli uffici. Insomma un autentico capolavoro di immagine.

L’avvocato del popolo va via con lo stesso stile con cui ha dimorato a palazzo Chigi. E fin qui non ci sarebbe niente di male. Ognuno è, fa, e comunica come vuole.

Quello che invece dà francamente fastidio è come i media abbiano presentato l’evento: unico, spontaneo, eccezionale. E tanti italiani disattenti o smemorati l’hanno preso per tale, aggiungendo commozione a commozione e constatando l’unicità e la popolarità di Giuseppe Conte.

È bastato non fare alcun accenno ad eventuali precedenti storici e tacere come la stessa manifestazione sia avvenuta per Berlusconi, con cui è stata inaugurata. E poi Letta, Renzi e Gentiloni. Insomma è ormai una tradizione, che si è riproposta anche per Conte.

Certamente non lo sapeva Casalino che ha dichiarato ad Adnkronos: “Sì, mi sono commosso. L’applauso che il Palazzo gli ha tributato è stato sentito, lungo, credo senza precedenti”. Forse si riferiva soltanto alla lunghezza. E quanto si sia commosso si è visto dalle sue lacrime, prontamente raccolte dalla telecamera e trasmesse in tutta Italia.

Non possiamo quindi che complimentarci per la perfetta realizzazione dell’uscita di scena (momentanea?) dell’avvocato del popolo e del suo portavoce; non scandalizza affatto. Ma che i massmedia continuino a prenderci per i fondelli in modo così sfacciato è francamente inammissibile.

La sudditanza dei padroni dell’informazione è tale che non si sono neppure accorti che la musica è cambiata; almeno così pare; almeno quella della comunicazione mediatica. Certamente è cambiato il direttore d’orchestra.

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