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Sudan, le chiese bruciano sotto i colpi della persecuzione

Voce Contro Corrente

Sudan, le chiese bruciano sotto i colpi della persecuzione

giovedì 18 Febbraio 2021 - 10:42
Sudan, le chiese bruciano sotto i colpi della persecuzione

Il 3 gennaio, sospetti estremisti musulmani hanno appiccato il fuoco all’edificio della Chiesa sudanese di Cristo (SCOC) nella zona rurale di Tambul di Al Jazirah, nello stato di Al Jazirah. A precedere l’episodio una serie di messaggi di odio contro i cristiani sui social media. Il pastore Jubrial Tutu ha descritto a Morning Star News l’incendio come un chiaro episodio di persecuzione.

Sudan, estremisti bruciano chiesa cristiana

Stando alle testimonianze, i fedeli avevano lasciato l’edificio qualche minuto prima dell’incendio. L’edificio era l’unica sala di culto nell’area di Tambul e veniva condiviso da più denominazioni.

“Hanno preso di mira la chiesa perché non vogliono vedere alcun segno della croce nell’area“, ha detto il pastore Shamal, capo missione della SCOC.

Diversi post sui social media hanno esortato i musulmani in Sudan a resistere alle richieste di terreni da parte di funzionari delle chiese.

“In ogni città o villaggio in cui vivono i musulmani, non dovrebbero permettere che ci sia qualcosa che appartiene agli infedeli, come gli edifici delle chiese”, ha postato un commentatore a gennaio.

Una piaga in crescita

L’incendio della chiesa a Tambul è il nono dal 2019, secondo Demas Mragan, difensore dei diritti cristiani a Khartoum.

Gli estremisti musulmani hanno bruciato le chiese a Omdurman per ben cinque volte da gennaio 2019. Essi hanno anche minacciato di morte i membri della congregazione se avessero costruito un’altra struttura temporanea.

A dicembre la polizia ha arrestato nove dei quattordici musulmani radicali che hanno bruciato le strutture di culto temporaneo SCOC nella zona Dar El-Salam di Omdurman, dall’altra parte del fiume Nilo da Khartoum.

Sebbene la comunità avesse deciso di denunciare, al quinto episodio, la polizia aveva inizialmente rifiutato di accogliere la denuncia. Necessarie, quindi, anche azioni legali in questo senso.

Le speranze deluse dei cristiani del Sudan

Il governo di transizione, dopo la deposizione dell’ex presidente Omar al-Bashir, ha promosso i diritti religiosi. La realtà, però, vede i cristiani del Sudan fronteggiare sfide di varia natura, già a partire della richiesta dei terreni. I musulmani intransigenti fanno pressione sui funzionari perché non li concedano ai cristiani nelle aree a maggioranza musulmana.

I cristiani che speravano in un trattamento paritario sono stati delusi dalla nuova amministrazione. “Il governo voleva solo che il suo nome fosse rimosso dalla lista dei paesi che violano le libertà religiose”, spiega Mragan.

Con la caduta di Bashir nell’aprile 2019, infatti, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha rimosso il Sudan dall’elenco dei Paesi di particolare preoccupazione per le violazioni della libertà religiosa. Il Sudan era in lista dal 1999.

Tuttavia, governo di transizione guidato dal primo ministro Abdalla Hamdok non ha lasciato ai cristiani le libertà che questi speravano.

Attualmente il Sudan si è classificato al 13esimo posto nella World Watch List 2021 di Open Doors sui 50 paesi in cui è più difficile essere cristiani.

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