Stavano studiando la Bibbia nel Model Town Park di Lahore, in Pakistan, sabato 13 febbraio, quando un gruppo di musulmani si è avvicinato loro dicendo che non potevano farlo in pubblico. Da qui si sarebbe scatenata la vicenda conclusasi con l’accusa di blasfemia ai danni dei due cristiani.
A raccogliere le dichiarazioni dell’avvocato dei due accusati, Aneeqa Maria di The Voice Society, è Morning Star News.
Ennesima accusa di blasfemia in Pakistan
Haroon Ayub Masih, 26 anni, e l’amico Salamat Mansha Masih, della stessa età, si trovavano nel parco di Lahore, in Pakistan. Rispondendo al gruppo di musulmani che leggere la Bibbia in pubblico non è un crimine in Pakistan, hanno ricevuto diverse domande sulla loro fede.
L’avvocato riferisce che i musulmani avrebbero chiesto del materiale per aiutarli a capire la Bibbia, così Haroon avrebbe dato loro un libro. Il gruppo si è poi momentaneamente allontanato.
Haroon Masih è tornato a casa pochi minuti dopo, mentre Mansha Masih è rimasto nel parco.
“Pochi minuti dopo, i giovani musulmani sono tornati nel punto in cui Mansha era presente e lo hanno attaccato, sostenendo che lui e Haroon avevano bestemmiato contro il loro profeta”, ha detto l’avvocato. “Hanno anche convocato la sicurezza del parco e hanno mentito dicendo che i due cristiani stavano evangelizzando i musulmani nel parco e avevano usato parole dispregiative per il Corano e il profeta”.
L’avvocato ha anche riferito che qualcuno del gruppo di musulmani ha chiamato il Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP), partito politico islamista di estrema destra.
Cristiani denunciati per blasfemia
La polizia ha registrato le denunce contro i due cristiani. Si parla di commenti sprezzanti contro Maometto, punibile con la morte, contaminazione del Corano, punibile con la reclusione a vita e con una multa, e atti deliberati e dolosi intesi a oltraggiare i sentimenti religiosi, punibili con fino a 10 anni di carcere e una multa.
“Mansha è stato preso in custodia dal posto, mentre siamo riusciti a ottenere la cauzione pre-arresto per Haroon Masih fino al 24 febbraio”, racconta il legale.
Entrambi i cristiani provengono da famiglie povere. La famiglia di Haroon Masih ha dovuto nascondersi per paura.
False accuse di blasfemia in Pakistan sono comuni e spesso motivate da vendette personali o odio religioso. Le accuse hanno il potenziale per innescare linciaggi, omicidi e proteste di massa.