Continuano le reticenze sul vaccino AstraZeneca. Stavolta a sollevare la polemica sono alcuni medici della regione Lazio, dove il siero sarà utilizzato per portare a termine la fase 1 della campagna vaccinale.
Il farmaco sarà somministrato, quindi, ai medici liberi professionisti e agli altri professionisti sanitari under 55. Alcuni membri della categoria, tuttavia, non ci stanno: il vaccino di AstraZeneca non è ritenuto adeguato al rischio professionale cui sono soggetti.
Quanto stabilito inizialmente, infatti, era che queste categorie ricevessero il vaccino di Pfizer-BioNtech. Tuttavia, davanti all’insufficienza delle dosi del siero, si è pensato di terminare l’immunizzazione con AstraZeneca, appena arrivato in Italia successivamente all’approvazione dell’Aifa.
AstraZeneca, la polemica dei medici del Lazio
A commentare all’Ansa la questione è Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma. “Ci risulta che alcuni medici liberi professionisti under55 hanno comunicato alle Asl che non si vaccineranno con Astrazeneca perché ritengono che non sia confacente al loro rischio professionale“, ha spiegato.
“Pur condividendo che rispetto a questa categoria sia di maggior copertura il Pfizer, come Ordine abbiamo fatto in modo tale che i liberi professionisti venissero censiti per essere vaccinati – ha aggiunto Magi -. Abbiamo raccolto 13mila adesioni e trasmesso i dati alla Regione che li ha inviati alle Asl”.
Oltre 200 milioni di dosi al mese
Intanto, l’amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, ha dichiarato che il gruppo prevede per questo mese la produzione di oltre 100 milioni di dosi del vaccino. Entro aprile, la casa farmaceutica stima inoltre di riuscire a produrre, al mese, più di 200 milioni di dosi del farmaco.
L’azienda chiude i conti dell’anno 2020 con ingenti guadagni. Utile netto a 3,2 a miliardi di dollari, vendite in crescita del 9% a 26,6 miliardi di dollari per l’intero anno. Nell’ultimo trimestre del 2020 si è arrivati addirittura fino a 7,41 miliardi.