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Aborto, Gianfranco Amato rivela il drammatico quadro socioculturale che coinvolge il nostro Paese

Filippa Tagliarino

Aborto, Gianfranco Amato rivela il drammatico quadro socioculturale che coinvolge il nostro Paese

martedì 09 Febbraio 2021 - 20:57
Aborto, Gianfranco Amato rivela il drammatico quadro socioculturale che coinvolge il nostro Paese

Il dibattito sull’aborto, da sempre discusso, è un tema caro al giurista per la vita Gianfranco Amato, che, in questo intervento per la onlus Pro vita e Famiglia, esorta a riflettere sulla facilità con cui, ormai, la società ha ben intrapreso la pratica abortista.

“Quella sull’aborto è l’unica legge italiana che da oltre 40 anni non è stata modificata neppure di una virgola. Rappresenta un vero totem intoccabile.”

Così esordisce l’avvocato Amato, che, da anni, rappresenta la voce dissonante del popolo contro l’aborto.

Se la costituzione italiana subisce costantemente modifiche legislative,ecco che la legge 194 del 1978, appunto sull’aborto, pare “scolpita sul marmo, come i comandamenti delle tavole della legge mosaica”.

Secondo Amato, tale legge è una delle leggi più permissive al mondo, poiché si avvale della tutela della salute psichica e fisica della donna. Infatti, sotto l’aspetto giuridico, la scelta di interrompere una gravidanza, risulta “totalmente insindacabile”.

Ma ciò che Gianfranco Amato definisce drammatico, è sicuramente il quadro socioculturale, rappresentato, in teoria, da quelle personalità sensibili che eticamente e moralmente potrebbero fare la differenza nella selezione innaturale della nascita, ovvero il mondo cattolico.

“Proprio in questo mondo, pare che il concetto per cui l’aborto è un delitto abominevole, sia del tutto estinto”.

Un accorato biasimo va alla teoria dell’indifferenza, secondo cui l’essere umano non intacca la propria coscienza, ma in nome di una bendisposta tolleranza concede l’errore altrui.

“In questo teorema, che pesa come un macigno sulla coscienza cattolica del nostro Paese e sulla stessa Chiesa istituzionale, si nasconde la celebre risposta di Caino: ‘Sono forse io il custode di mio fratello?’. Ma un cristiano non può voltare la faccia dall’altra parte, quando viene sparso il sangue innocente di suo fratello”.

E con l’efferato crimine della storia per eccellenza, Gianfranco Amato conclude il suo assennato discorso volto a sensibilizzare coloro che assecondano la congettura del “gelo civico infantile”.

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