Mario Draghi accetta con riserva l’incarico di formare il nuovo governo che gli ha conferito il presidente della Repubblica Mattarella. ‘È un momento difficile. L’emergenza richiede risposte all’altezza. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti emerga unità’. Lotta al virus, vaccinazioni, rilancio dell’Italia sono le sfide indicate dal presidente incaricato, che ha visto i presidenti delle Camere e ha avuto poi un lungo incontro con Conte a Palazzo Chigi. Da domani le consultazioni a Montecitorio.
Mattarella: “Non è possibile andare alla elezioni”
In questo momento l’Italia non può permettersi di andare alle elezioni. Il quadro economico e sanitario “richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni e non un governo con l’attività ridotta al minimo”, ha detto Mattarella nel suo discorso di ieri sera.
Procedere alle elezioni sotto pandemia significherebbe dare il via alla campagna elettorale e ad una serie di eventi che potrebbero rivelarsi forieri di contagio. “In altri Paesi in cui si è votato obbligatoriamente si è verificato un grave aumento dei contagi – ha spiegato Mattarella -, e questo fa riflettere se pensiamo a tante vittime che ancora oggi continuiamo a registrare”.
A ciò si aggiunge il problema delle tempistiche. Nel 2013 tra lo scioglimento delle Camere e la formazione del governo sono passati quattro mesi; cinque nel 2018. Equivarrebbe, in pratica, a “tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza delle funzioni in mesi cruciali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte urgenti”.
Le scadenze non consentono tali eventualità. Entro aprile il Recovery plan dev’essere presentato, meglio se ancor prima perché i finanziamenti arrivino presto. Necessaria la discussione sul piano e l’approvazione da parte della Commissione Ue.
“Un governo ad attività ridotta non sarebbe in grado di farlo e non possiamo permetterci di perdere questa occasione fondamentale per il nostro futuro”, sottolinea il capo dello Stato. Sul fronte sociale, inoltre, a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti: una scadenza che richiede “provvedimenti di natura sociale adeguati e tempestivi”.
Salvini e Meloni: “Meglio il voto”
Reazione negativa da parte del M5s: “Non voteremo un esecutivo tecnico guidato da Draghi, per noi l’unico governo possibile è politico”. Di analogo avviso il leader della Lega Matteo Salvini, che twitta l’articolo 1 della Costituzione Italiana: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo…”.
Anche Giorgia Meloni rimarca la prospettiva del voto, mentre Forza Italia, ricorda la “stima antica” tra Silvio Berlusconi e Mario Draghi.
Esulta Renzi, no di M5s
Sostegno al capo delo Stato da parte di Matteo Renzi. “Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei Niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato”, scrive su Twitter.
Intanto, Nicola Zingaretti dichiara che il Pd è “pronto al confronto per il bene del Paese”.