Aborto – La “Roe vs Wade” è un’importantissima sentenza del 22 gennaio 1973, annoverata tra le più controverse che la Corte Suprema degli Stati Uniti abbia mai pronunciato.
Le due parti in causa – Roe e Wade – sono diventate, nella cultura americana (ma non solo), le rappresentanti di due diverse correnti di pensiero sull’aborto.
Se si parteggia per Roe, si segue una corrente “Pro-Choice”, a favore della scelta. Se, invece, si parteggia per Wade, si è sostenitore “Pro-Life”, contro l’aborto, a favore della vita appunto. Con 7 voti a favore e 2 contrari, la Corte Suprema pronunciò una sentenza che rappresenta ancora oggi un precedente per il diritto all’aborto in primis nel panorama americano. Con questa sentenza, infatti, venne ufficialmente legalizzato l’aborto negli Stati Uniti, fino a quel momento disciplinato autonomamente da ogni singolo Stato.
Aborto, 62 milioni di vite andate perse
Da quella storica data ad oggi più di 62 milioni di vite sono andate perse, bambini mai nati. E proprio il giorno del 40° anniversario della sentenza, il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato che la sua amministrazione sosterrà l’aborto con una legge federale codificata. Un caso sul divieto di aborto di 15 settimane nel Mississippi. Se il tribunale decidesse di pronunciarsi a favore della legge pro-vita, potrebbe significare la fine di “Roe v. Wade” ma l’amministrazione Biden è già pronta al contrattacco.
“Negli ultimi quattro anni, la salute riproduttiva, compreso il diritto di scelta, ha ricevuto un attacco implacabile ed estremo. Siamo profondamente impegnati a garantire che tutti abbiano accesso alle cure, inclusa l’assistenza per la salute riproduttiva. Ciò indipendentemente da reddito, razza, codice postale, stato dell’assicurazione sanitaria o stato di immigrazione “. Lo ha affermato Biden tramite una dichiarazione congiunta con il suo vicepresidente Kamala Harris.
La reazione dei vescovi
Questa la reazione dei vescovi cattolici degli Stati Uniti. “Chiediamo vivamente al presidente di rifiutare l’aborto e promuovere aiuti che supportino la vita delle donne e delle comunità bisognose”.
“È profondamente insensato che oggi un presidente elogi e si impegni a codificare una sentenza della Corte Suprema che nega ai bambini non nati il loro diritto umano e civile più fondamentale, il diritto alla vita, sotto il travestimento eufemistico di un servizio sanitario”. Parola dell’Arcivescovo capo del Comitato per le attività per la vita degli Stati Uniti, Joseph Naumann di Kansas City.
Gli fa eco anche il presidente della Marcia per la vita Jeanne Mancini. “L’aborto non è assistenza sanitaria, ha twittato. È estremamente triste che il giorno in cui commemoriamo la perdita di oltre 60 milioni di americani a causa dell’aborto, la nuova amministrazione si stia già spendendo in modo così aggressivo verso l’aborto”.
Intanto l’opinione pubblica americana è spaccata, c’è chi sostiene che Biden non sia un vero “cattolico osservante” come vogliono dipingerlo se è disposto a sacrificare vite di innocenti bambini; c’è chi sostiene che il vero scandalo siano i compensi delle agenzie di adozione americane. Nonostante tutto i pro-life continuano a sperare che la fine dell’aborto possa essere ancora una speranza concreta. Pare infatti che così è nel Missouri, uno Stato effettivamente libero dall’aborto, il primo.