Continuano le riaperture in ordine sparso delle scuola di tutta Italia. Alcune Regioni infatti, a causa delle limitazioni causate dalle zone arancioni e rosse, stanno ancora prendendo del tempo prima di riaprire totalmente e permettere agli alunni di tornare in classe.
Da giovedì 7 gennaio, secondo l’ultima tabella di marcia decisa dal Governo, non senza polemiche, aule aperte nelle scuole elementari e nelle medie, oltre a quelle dell’infanzia (con eccezioni in Calabria, poi riaperte dal Tar), Campania (stesso provvedimento in altra data), Puglia e Sicilia); le scuole superiori di secondo grado, invece, hanno rivisto in aula i ragazzi da lunedì 11 gennaio, con presenze al 50%. Ma non è stato e non sarà così, ancora per alcuni giorni, in tutto il Paese.
Si ritorna a scuola, lezioni ancora sospese in Sicilia
L’Alto Adige, infatti, ha deciso di tentare un ritorno verso la normalità e, già da giovedì 7 gennaio scorso, ha aperto anche gli istituti superiori con presenze fino al 75% e con un minimo del 50%”. E proprio sulla ripresa delle lezioni nelle superiori si è registrato il caos. Lunedì 11 gennaio sono tornati in presenza anche gli studenti di Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta. In Piemonte, Lazio, Emilia Romagna e Molise ragazzi in classe, al 50%, in aula da lunedì 18 gennaio.
Da lunedì 25 gennaio si torna in aula, al 50% e in diversi istituti con orari scaglionati in entrata e in uscita, in Lombardia, Liguria, Umbria e Marche.
L’ultima campanella, per le scuole superiori di secondo grado, suonerà lunedì 1 febbraio in Puglia, Calabria, Campania, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Basilicata.
Lezioni ancora sospese, invece, in Sicilia (da alcuni giorni in zona rossa). Qui, secondo gli ultimi dati della Cabina di regia riunita al ministero della Salute, il rischio contagio è ancora alto. Lezioni regolari nell’altra zona rossa, la provincia autonoma di Bolzano, dove un’ordinanza locale già da alcune settimane consente la presenza in aula dei ragazzi fino al 75%.