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Tutta la verità su scorie nucleari e siti di stoccaggio: dove finiranno i rifiuti?

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Tutta la verità su scorie nucleari e siti di stoccaggio: dove finiranno i rifiuti?

mercoledì 20 Gennaio 2021 - 13:26
Tutta la verità su scorie nucleari e siti di stoccaggio: dove finiranno i rifiuti?

Sogin, società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, ha pubblicato la mappa delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il nuovo deposito di scorie nucleari.

Progetto in ballo fin dal 2015, la CNAPI (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee) è stata divulgata solo a partire dal 30 dicembre, quando il Governo ha tolto il segreto.

Scorie nucleari in Italia, circa 33 mila i metri cubi da smaltire

Ad oggi, in Italia, sono circa 33 mila i metri cubi di rifiuti radioattivi da smaltire. Il nuovo Deposito Nazionale da 900 milioni di euro potrà contenere 78 mila metri cubi di rifiuti ad attività bassa o molto bassa. 33 mila sono già presenti, la restante parte verrà prodotta in futuro.

50 mila metri cubi circa deriveranno, infatti, dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari per la produzione di energia elettrica. I 28 mila restanti dagli impianti nucleari di ricerca e dai settori della medicina nucleare e dell’industria.

Il Deposito Nazionale comprenderà anche altri 17 mila metri cubi di rifiuti a media e alta attività, secondo la distinzione del decreto legislativo 31/2010 successivamente articolata dal Decreto Ministeriale 7 agosto 2015.

Dove si trovano i siti nucleari

Attualmente i rifiuti nucleari si trovano disseminati per lo Stivale, prodotti da centrali nucleare – proibite in Italia dal 1987 – , macchine industriali per le analisi produttive di parti metalliche e da macchinari d’ambito sanitario.

I siti nucleari attivi in Italia fino a fine anni ’80 erano otto: quattro centrali nucleari di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta), l’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (Alessandria) e tre impianti di ricerca sul ciclo del combustibile di Saluggia (Vercelli), Casaccia (Roma) e Rotondella (Matera).

Scorie nucleari, la CNAPI

Dove sarà costruito, invece, il Deposito Nazionale? Non è una decisione da prendere alla leggera, tanto più che l’Italia è un soggetta a terremoti e dissesto idrogeologico.

Qualche giorno fa è stata pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI). Si tratta naturalmente solo del primo passo verso un delicata decisione.

Le aree potenzialmente idonee proposte sono 67. La Guida tecnica n.29 dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, precisa che “si intendono le aree, anche vaste, che presentano caratteristiche favorevoli alla individuazione di siti in grado di risultare idonei alla localizzazione del deposito attraverso successive indagini tecniche specifiche e sulla base degli esiti di analisi di sicurezza condotte tenendo conto delle caratteristiche progettuali della struttura del deposito”.

Le 67 aree sono suddivise in quattro insiemi con ordine di idoneità decrescente sulla base di aspetti socio-ambientali, logistici, sismici e amministrativi. Si tratta dei criteri che saranno utilizzati anche per la pianificazione delle indagini tecniche di caratterizzazione nelle aree oggetto d’intesa. Ad esempio, sono da escludere le aree vulcaniche attive o quiescenti, quelle interessate da fenomeni di fagliazione, sismicità elevata o rischio geomorfologico e/o idraulico.

Fonte: Università di Padova

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