x

Selezionati per te (1 di 1 articoli):

<< >>

Covid, l’impatto psicologico della Dad: “Si parla tanto di numeri, ma chi parla della tristezza?”

Voce Contro Corrente

Covid, l’impatto psicologico della Dad: “Si parla tanto di numeri, ma chi parla della tristezza?”

domenica 17 Gennaio 2021 - 16:06
Covid, l’impatto psicologico della Dad: “Si parla tanto di numeri, ma chi parla della tristezza?”

Un giovane adulto su quattro, secondo una ricerca effettuata presso l’Università di Bristol, soffre di ansia a causa della pandemia. Il livello di ansia si è raddoppiato in corrispondenza della comparsa del virus e, tra quelli più soggetti, configurano le donne. Qui di seguito raccontiamo la storia di una ragazza che spiega come la pandemia stia influendo sulla sua vita, soprattutto quella scolastica. A parlare è una studentessa iscritta al primo anno di Lingue e Culture Comparate dell’Università di Napoli l’Orientale, che racconta come sia stata letteralmente stravolta dal covid e di conseguenza dalla Dad.

L’impatto psicologico della Dad sugli studenti: “L’ansia cresce sempre di più”

“Lo scorso novembre la mia famiglia ed io abbiamo avuto il covid ma, grazie a Dio, i sintomi sono stati lievi, persino più superficiali di quelli di una comune influenza, eccetto per i mal di testa che, combinati con la DAD, non sono stati di grande aiuto – racconta la giovane – I professori stanno facendo il possibile per rendere, se così si può dire, normali, le lezioni online, ma non è lo stesso. Più mi confronto con i miei compagni, più mi rendo conto di quanto l’ansia e l’angoscia pre-esame stiano crescendo ogni giorno sempre di più. Ho già frequentato l’Università prima di Lingue, per questo non mi reputo in tutti i sensi una matricola e, per lo stesso motivo, so bene cosa significhi vivere gli studi in presenza. Svegliarsi presto la mattina, prendere il treno, entrare in aula, conoscere nuove persone, confrontarsi sugli esami…Ma, soprattutto, godersi le bellezze di Napoli durante le pause e le giornate più soleggiate. Mi manca tutto questo, persino i ritardi della circumvesuviana”.

La studentessa campana vive chiusa in casa da ormai tre mesi, durante i quali è uscita quattro volte, di cui due di queste per delle visite post covid. Aveva accusato lievi episodi di tachicardia per i quali si è sottoposta ad una visita cardiologica.

“Paura dei pregiudizi e di essere sottovalutata”

“Grazie a Dio non sono un soggetto eccessivamente ansioso. Ogni volta che ho preparato un esame, ho sempre cercato di impegnarmi al massimo, riconoscendo i miei limiti, per i quali non potevo e non posso condannarmi di non riuscire a raggiungere i risultati sperati. Questa è la mia attitudine nei confronti dello studio ma, più in generale, della vita. Quando capita di agitarmi, mi chiedo sempre “Ei, un momento…Che senso ha? Mi permetterà di studiare più in fretta questa ansia? Mi farà prendere un voto più alto? No. E allora?”. Per arrivare a queste consapevolezze, però, mi ci è voluto del tempo. Bisogna abituarsi facendo esperienza, per questo non posso dire che ho lo stesso atteggiamento nei confronti della DAD”.

“È qualcosa che non avevo mai vissuto. Credo che oggi gli studenti siano più agitati per il timore di cliccare un tasto sbagliato durante un esame, soprattutto se scritto, piuttosto che di non essere preparati a sufficienza. Almeno, è come mi sento io. Paura che i professori possano avere dei pregiudizi e credere che io stia copiando, paura di non essere valutata abbastanza oggettivamente, paura di essere sopravvalutata o sottovalutata…Non riesco a trovare un caprio espiatorio per tutto questo, né voglio criticare il governo per il lavoro che sta facendo ma, mi chiedo, se si può fare di più…Magari, non solo a Natale”.

“Piango senza un valido motivo”

“La mia vita è sempre stata abbastanza tranquilla, non ho mai amato la movida dei locali notturni né qualsiasi altra cosa del genere. Le passeggiate solitarie a contatto con la natura, le chiacchiere con le amiche, vedere un bel film al cinema, mangiare una pizza fuori…Questa è sempre stata la mia vita che, adesso, mi è stata tolta. Confesso che in alcuni giorni sono scoppiata persino a piangere senza un valido motivo. Guardavo fuori dalla finestra mentre davanti a me c’era la scrivania con i libri, ed il telefono con whatsapp aperto. Le lacrime scendevano senza che io potessi fermarle. Sono soddisfatta della mia vita, eppure ho come la sensazione che si sia fermata. Studio, leggo libri, apprendo nuove cose, ma mi sento bloccata. Il mondo si muove ed io resto ferma”.

“Si parla tanto di numeri, cifre…Dati statistici che ci informano su quanti positivi e decessi ci siano al giorno, ma chi parla della tristezza? Chi parla dell’angoscia, spesso inconsapevole ed indomabile, che il covid ha causato e continua a provocare? Forse non è stato il covid a farmi venire la tachicardia, ma tutte le voci e le notizie che vi girano intorno, insieme alla paura che esse fomentano. Non sto dicendo che bisogna ignorare il problema, anzi, ma i media sembrano essersi dimenticati che, al mondo, esiste altro oltre alla pandemia”.

L’appello di una studentessa: “Ridateci la scuola”

Negli anni antecedenti la pandemia, soltanto il 13% del campione, preso in esame dall’Università di Bristol, risultava affetto da disturbi di ansia. Sin dal primo lockdown, invece, la percentuale di interesse è salita al 24%. Insieme alle donne, i soggetti ritenuti più vulnerabili al riguardo sono coloro che hanno una posizione lavorativa instabile, quelli che vivono da soli e coloro che hanno già avuto simili disturbi d’ansia in passato.

“Mi sono sempre chiesta perché le cattive notizie viaggiano molto più velocemente di quelle buone – conclude la studentessa – Non ho ancora trovato una risposta…Ciò che so è che noi studenti vogliamo pure convivere con il covid, ma insegnateci a farlo bene. Ridateci la scuola e le università in sicurezza”.

Questo è soltanto uno dei tanti appelli che diversi studenti ed insegnanti stanno facendo, rivolgendosi soprattutto al ministro dell’istruzione, nella speranza che presto possano tornare a vivere la scuola e l’ università in piena serenità.

Marika Farina

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta