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Pakistan, cristiana accusa: “Le mie nipoti costrette alla conversione all’Islam dai datori di lavoro”

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Pakistan, cristiana accusa: “Le mie nipoti costrette alla conversione all’Islam dai datori di lavoro”

mercoledì 30 Dicembre 2020 - 12:45
Pakistan, cristiana accusa: “Le mie nipoti costrette alla conversione all’Islam dai datori di lavoro”

Un’altra storia che vede come protagoniste delle giovani donne arriva dal Pakistan e anche in questo caso si parla di conversione forzata. Il racconto è riportato da Morning Star News, che riferisce di due ragazze cristiane assunte da una famiglia di Lahore per occuparsi delle pulizie domestiche e che sarebbero poi state allontanate dai parenti e costrette a rinnegare la propria fede.

Maham Manzoor e Anum Manzoor hanno rispettivamente 18 e 20 anni. Dopo la morte del padre e l’abbandono della madre, sono state prese sotto la custodia della zia paterna Nasreen Bibi, che insieme al marito ha provveduto per loro negli ultimi cinque anni.

La donna ha trovato un’occupazione ad entrambe come domestiche, ma si è pentita amaramente della scelta. “Sia Anum che Maham sono state convertite con la forza per diventare delle schiave, e la polizia e il tribunale hanno purtroppo agito da facilitatori di questo crimine”, ha dichiarato a Morning Star News.

Nasreen Bibi ha raccontato l’episodio che ha segnato il punto di rottura. Il 7 dicembre Anum le aveva detto di essere felice per l’arrivo del Natale e la zia aveva pianificato di portarla a fare shopping insieme alla sorella per comprare appunto dei vestiti nuovi per la festività. Tuttavia, il giorno successivo la donna ha dovuto scontrarsi con una amara costatazione. Recatasi nella casa in cui Maham lavorava, nessuno le aprì la porta, nonostante si fosse attaccata al campanello per quasi un’ora.

Era chiaro che volevano che me ne andassi da lì. Sentendo che qualcosa non andava, ho iniziato a colpire il cancello con una pietra e ho gridato a squarciagola i nomi della famiglia. Il clamore li ha costretti ad aprire il cancello e farmi entrare”, continua la donna.

La coppia musulmana, però, si è rifiutata di farle vedere la nipote, affermando che la giovane si era convertita all’Islam e non voleva vederla.

“Le loro parole mi hanno colpito come un fulmine – ha raccontato la zia -. La mia preoccupazione immediata riguardava il benessere di Maham, quindi ho insistito perché venisse portata fuori dalla stanza. La coppia ha rifiutato di muoversi, minacciando di chiamare la polizia se non me ne fossi andata”.

Davanti alle resistenze della donna, il padrone di casa ha chiamato le forze dell’ordine che li hanno costretti a far uscire la ragazza. “Maham era visibilmente angosciata quando Asma l’ha portata nella stanza”, ha detto Bibi. “Quando l’ufficiale le ha chiesto della conversione, Maham ha annuito in segno di approvazione, ma ho potuto vedere chiaramente la paura nei suoi occhi. Ho supplicato di parlare con mia nipote in privato, ma l’ufficiale di polizia mi ha insultato e mi ha detto di uscire di casa e non sollevare mai più la questione“.

Non è stata tuttavia l’unica cattiva notizia per Nasreen Bibi. La donna ha infatti ricevuto la telefonata del datore di lavoro di Anum, imparentato con la coppia che aveva assunto Maham. L’uomo le ha detto che anche l’altra nipote era diventata musulmana e che avrebbe dovuto dimenticarsi anche di lei.

“Mi ha anche avvertito di non andare a casa sua, minacciando che sarei marcita in prigione se lo avessi fatto. Non potevo credere alle mie orecchie. Entrambe le mie nipoti erano state tenute in ostaggio in nome della religione e non potevo fare nulla per salvarle”.

Nonostante la famiglia abbia implorato la polizia, questa è stata lenta ad agire. Alla fine il 15 dicembre si è riusciti ad arrivare al processo.

“Speravamo – ha raccontato Nasreen Bibi – che il tribunale prendesse in considerazione le circostanze in cui venivano presentate queste richieste di conversione, ma con nostro orrore la corte ha respinto le nostre richieste e ha restituito le ragazze sotto la custodia dei loro datori di lavoro musulmani”.

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