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In Italia se non ti sottoponi al vaccino puoi essere licenziato

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In Italia se non ti sottoponi al vaccino puoi essere licenziato

giovedì 24 Dicembre 2020 - 12:27
In Italia se non ti sottoponi al vaccino puoi essere licenziato

Nell’esclusiva intervista al Fatto Quotidiano, il magistrato Raffaele Guariniello getta luce su alcuni aspetti relativi alla vaccinazione, sempre più vicina anche per gli Italiani. Dopo l’ok dell’Ema al farmaco di Pfizer-Biontech, infatti, la data del 27 dicembre è stata scelta per il V-Day per tutti i Paesi dell’Ue, Italia inclusa.

Niente vaccino? Potresti essere licenziato

“Tutelare la salute significa vaccinare il maggior numero possibile di persone. Non è una indicazione morale, è ciò che prevede la legge”, ha affermato il giurista. Questo potrebbe costituire causa di licenziamento da parte di un ipotetico datore di lavoro? La risposta è più amara di quanto non si creda.

La Costituzione prevede che nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizione di legge. Secondo Guariniello, tale legge è costituita dal Testo unico della Sicurezza sul Lavoro, che “impone al datore di lavoro di mettere a disposizione vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico, da somministrare a cura del medico competente”.

Il medesimo testo potrebbe introdurre scenari preoccupanti: “La stessa norma impone al datore di lavoro l’allontanamento temporaneo del lavoratore in caso di inidoneità alla mansione su indicazione del medico competente”.

Previsto anche “l’obbligo di allontanare il lavoratore e di adibirlo ad altra mansione, ma solo ‘ove possibile’.“. Cosa significa? Che l’obbligo di ripescaggio, secondo alcune sentenze della Cassazione, non può ritenersi violato se la ricollocazione del lavoratore non è compatibile con l’assetto organizzativo dell’azienda.

Insomma, “il datore di lavoro è obbligato a predisporre misure organizzative per tutelare il lavoro, ma se questo non è possibile si rischia la rescissione del rapporto di lavoro“, ha chiarito il giurista.

Una precisazione è di certo doverosa: “Lo stato di emergenza non consente i licenziamenti, il lavoratore fragile ha diritto allo smart working“.

Tuttavia, “in futuro il problema potrebbe presentarsi. Qualcuno potrebbe lamentare la violazione della libertà personale di non sottoporsi al vaccino. Potrebbe sì, ma per avere ragione dovrebbe prima cambiare la legge. Altrimenti la normativa è chiara“.

Ancora una volta la faccenda del vaccino dimostra di non essere argomento da prendere sotto gamba. Che la fretta non sia cattiva consigliera.

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