Con 198 voti a favore, 138 contrari e due astenuti, giovedì 17 dicembre il Parlamento di Madrid ha dato il via libera alla legge relativa all’eutanasia. Adesso manca solamente l’ok del Senato per l’approvazione definitiva.
Dopo Olanda, Belgio, Lussemburgo, Canada e Nuova Zelanda, la Spagna si appresta a diventare il sesto Paese al mondo ad approvare il diritto alla morte assistita, non senza spaccature all’interno della compagine politica. Basti pensare che l’approvazione del Parlamento, accanto al lungo applauso dei sostenitori della legge, ha visto anche l’abbandono dell’Aula da parte del Pp, di Vox e di Unión del Pueblo Navarro.
“È un giorno molto importante per le persone che soffrono, che hanno sofferto e per i familiari che hanno duramente patito con impotenza il loro dolore”, ha dichiarato l’ex ministro della Sanità Maria Luisa Carcedo, promotrice dell’iniziativa. “È una legge garantista, sostenuta nei sondaggi da 40 milioni di persone, l’84% della popolazione, e avallata da un milione di firme”.
Plauso anche da parte del premier Pedro Sánchez, che ha parlato di una “grande conquista sociale”.
La legge approvata in Parlamento prevede la depenalizzazione dell’eutanasia e il suicidio assistito per i maggiorenni affetti da malattia grave e incurabile o debilitante a tal punto da portare ad una sofferenza fisica o psichica intollerabile, che non si è riusciti ad alleviare in alcun modo.
Prevista la facoltà di obiezione di coscienza per i medici, insieme all’obbligo di erogazione da parte del Sistema Sanitario.
José Ignacio Echániz, portavoce del Pp, ha duramente criticato il governo, parlando di una seduta frettolosa per approvare “con dolo e premeditazione” una legge “ingiusta, inopportuna e incostituzionale”. Dello stesso avviso Lourdes Méndez, che ha definito la norma “illegittima e criminale” perché tesa ad alimentare l’industria della morte.
“Un rischio per tutti, non solo per i più vulnerabili”, ha commentato Polonia Castellanos, presidente dell’associazione Abogados Cristianos, “È contraria alla Costituzione, vede contro in pratica tutto l’albo medico e non punta a uccidere il dolore ma le persone”. Si prospetta il ricorso alla Corte costituzionale.