Il Royal College of Obstetricians and Gynecologists (RCOG) del Regno Unito ha rilasciato delle nuove linee guida per ostacolare le pressioni dei medici all’aborto in caso di diagnosi prenatale di disabilità.
Le stime riferiscono che nel Regno Unito quasi il 90% dei bambini con diagnosi prenatale di sindrome di Down viene abortito. Oltretutto, i genitori hanno spesso riferito di essere stati sottilmente o apertamente pressati per abortire, anche quando avevano già espresso la volontà di portare avanti la gravidanza.
La direttiva ha rimarcato che episodi di questo tipo non dovrebbero verificarsi e ha sottolineato anche che i limiti del test prenatale non invasivo (NIPT) dovrebbero essere conosciuti da tutto il personale. I genitori che desiderano una certezza maggiore sulla presenza o meno di una delle sindromi elencate negli esiti dei NIPT dovrebbero approfondire con ulteriori test diagnostici.
“Le donne prendono decisioni di vita o di morte influenzate da opinioni obsolete e pregiudizievoli di molti professionisti medici. Le donne in attesa non ricevono informazioni accurate sulla realtà della vita con la sindrome di Down. C’è un supporto molto limitato e un presupposto fondamentale per terminare”, ha detto Nicola Enoch, fondatore di Positive About Down Syndrome (PADS) .
Nel 2020, il numero di aborti nel Regno Unito dovrebbe raggiungere livelli record per il secondo anno consecutivo, come riportato da Live Action News. L’aumento coincide con l’approvazione degli aborti “fai da te” introdotti a marzo. Nel 2019 il numero di aborti commessi nel Regno Unito è stato il più alto registrato in un solo anno solare: 200.608.