Come trascorreranno gli Italiani le festività di Natale e Capodanno in questo storico 2020? Il Governo sta vagliando diverse ipotesi in campo, non senza scontri e animate discussioni. La priorità è quella di evitare una pericolosa terza ondata di contagi da Covid-19, ma accanto a questa si erge la necessità di far attenzione alle ricadute psicologiche ed economiche dei provvedimenti.
Zona rossa o arancione?
Le soluzioni più rigorose, come quelle supportate da i ministri Roberto Speranza, Francesco Boccia e Dario Franceschini, chiedono un lockdown totale per i giorni festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 6 gennaio. Quindi, negozi e ristoranti chiusi dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e il 5- 6 gennaio.
L’obiettivo sarebbe quello di evitare assembramenti legati allo shopping, cenoni e festeggiamenti tra persone non conviventi. A tal proposito, vi è anche la possibilità di una anticipazione del coprifuoco alle 20 o addirittura alle 18.
Altra ipotesi, senz’altro più più morbida, appoggiata da Italia Viva e parte del M5S, è quella di una zona arancione nazionale. Questa sarebbe anche la soluzione preferita dal premier Giuseppe Conte, che non pare orientato verso la chiusura totale ma verso un rigore temperato.
Contemplata anche un’ipotesi che potremmo definire di “compromesso”, che prevede l’alternanza tra le due forme: zona arancione nei giorni prefestivi, zona rossa nei festivi.
Conte: “Temo per la tenuta psicologica del Paese”
Si tratta certamente di tasto dolente, che il governo deve gestire ed anche in tempi brevi. Il vertice del 14 dicembre tra il premier, il Cts, i capidelegazione Franceschini, Speranza, Bonafede, Bellanova e i ministri Boccia e Lamorgese, è durato circa quattro ore ed è stato ricco di discussioni.
“Se teniamo aperto, i controlli sono più difficili e i rischi più grandi”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
“Ciò che è accaduto nel week-end, con le strade dello shopping piene, le resse davanti ai negozi, i bar affollati per l’aperitivo è inaccettabile – hanno affermato i promotori della linea dura -. Se non decidiamo misure forti, a gennaio ci troveremo con gli ospedali di nuovo al collasso e migliaia di morti. E se è vero che ora i dati dei contagi sono più bassi, la curva resta preoccupante. La terza ondata in Europa e nel mondo è già nelle cose: oltre alla Germania anche l’Olanda andrà in lockdown, al pari di Londra e New York. Non possiamo restare inerti”.
Il premier ha tuttavia obiettato che tali Paesi non avevano mai adottato misure restrittive, al contrario dell’Italia. La linea di Conte è chiara: “In più, ci troviamo con i cittadini che hanno aspettative per il Natale. Se stringiamo troppo, inneschiamo proteste sociali. Temo per la tenuta psicologica del Paese. Senza contare che se chiudiamo, servirà un altro decreto molto oneroso con nuovi ristori”.
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