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Chernobyl nei siti del patrimonio Unesco? La strana richiesta dell’Ucraina

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Chernobyl nei siti del patrimonio Unesco? La strana richiesta dell’Ucraina

lunedì 14 Dicembre 2020 - 16:35
Chernobyl nei siti del patrimonio Unesco? La strana richiesta dell’Ucraina

L’Ucraina sta pensando di chiedere l’inserimento delle rovine di Chernobyl nei siti del Patrimonio Unesco. Una richiesta che è destinata a creare polemica quella del ministro ucraino della Cultura Oleksandre Tkachenko in carica da sei mesi dopo una lunga carriera in televisione.

Chernobyl nei siti del patrimonio Unesco

Per proteggerle dalle intemperie e dal flusso dei turisti, l’Ucraina vuole che le rovine di Chernobyl, testimoni della peggiore catastrofe nucleare della storia, entrino a far parte del patrimonio mondiale dell’Unesco.

“E’ uno dei territori più emblematici dell’Ucraina” ed è necessario “preservarlo per l’umanità”, ha spiegato il ministro in un’intervista. In caso la richiesta venga accolta, Chernobyl si unirà a siti come il Taj Mahal in India, Stonehenge in Inghilterra e l’abbazia di Mont Saint-Michel in Francia. Delle dimensioni del Lussemburgo, la Zona di esclusione di Chernobyl circonda la centrale entro un raggio di 30 chilometri; il 26 aprile del 1986, il quarto reattore dell’impianto è esploso contaminando, secondo alcune stime, fino a tre quarti dell’Europa.

Chernobyl nei siti Unesco, la richiesta dell’Ucraina

Inserire le rovine di Chernobyl nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO sembra a nostro avviso una richiesta paradossale. D’altronde basta leggere la lista dei criteri Unesco, ovvero i requisiti che i richiedenti devono avere per far sì che la loro domanda sia accolta. Oppure basta dare un’occhiata alla lista dei Patrimoni Unesco nel mondo: la Reggia di Caserta, la Valle dei Templi, i Trulli di Alberobello, le Piramidi di Giza in Egitto.

Chernobyl oggi

Chiedere che l’area diventi Patrimonio nell’Unesco è ancora più strana come richiesta se si considera che ancora oggi si registrano alti livelli di radiazione in tutta la zona. Oggi l’area compresa entro i 30 km dal luogo dell’incidente alla centrale di Chernobyl è conosciuta come “zona di alienazione”. Accedervi è totalmente impossibile ed è vietato viverci o svolgere attività commerciali. Livelli di radiazione in entrata e uscita dal sito vengono misurati sui visitatori che in alcuni casi indossano tute ignifughe e trasportano apparecchiatura di misurazione.

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