Dopo due anni e mezzo nelle mani del gruppo jihadista Jnim, legato ad Al Qaeda, Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono stati rilasciati l’8 ottobre in Mali. Rapiti in Niger nel 2018, i due sono stati liberati insieme al politico maliano Soumaila Cisse e all’operatrice umanitaria francese Sophie Petronin. Diversa sorte, invece, per la missionaria svizzera Béatrice Stockly, assassinata dai suoi aguzzini.
Mali, liberati 4 ostaggi dei jihadisti
Maccalli era stato rapito la sera del 17 settembre 2018. Religioso della Società delle missioni africane, era in missione a Bomoanga, a circa 150 chilometri da Niamey, capitale del Niger. Chiacchio, invece, stava facendo nelle vesti di turista il giro dell’Africa sub sahariana su una bicicletta elettrica al momento del rapimento.
Soumaila Cisse, politico maliano ed ex ministro delle finanze, era stato preso in ostaggio nel mese di marzo nel corso della campagna elettorale nella regione settentrionale di Timbuktu. Spohie Petronin, invece, gestiva una ong. Era stata rapita a Gao alla fine del 2016.
La liberazione di Maccalli e Chiacchio è frutto della collaborazione tra Servizi italiani e intelligence internazionali. Esultanza anche da parte del Mali, che sta affrontando una periodo estremamente delicato dopo la caduta del presidente Ibrahim Boubacar Keita.
Béatrice Stockly, missionaria svizzera uccisa
La Svizzera ha, invece, annunciato la morte della missionaria di Basilea Béatrice Stockly, 59 anni. La notizia è stata riferita proprio da Sophie Petronin.
Béatrice Stockly lavorava a Timbuctu da anni come missionaria ed era stata rapita agli inizi del 2016. Non si trattava del primo sequestro: un precedente si era tenuto nell’aprile del 2012, stando all’agenzia Keystone-ATS.
I suoi uccisori sarebbero i membri dell’organizzazione terroristica islamista Jama’at Nasr al-Islam wal Muslim (Fronte di sostegno all’Islam ed i musulmani). Berna si impegnerà per ottenere le spoglie della missionaria.