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Stop al rugby per le donne transgender, la federazione:”Sono più forti rispetto alle donne”

Filippa Tagliarino

Stop al rugby per le donne transgender, la federazione:”Sono più forti rispetto alle donne”

giovedì 15 Ottobre 2020 - 07:00
Stop al rugby per le donne transgender, la federazione:”Sono più forti rispetto alle donne”

Che l’uomo, per genetica, abbia più forza della donna è risaputo, ma quando le donne transgender si trovano in un campo di gioco, gareggiano ad armi pari col sesso debole?

A quanto pare, per la Federazione mondiale World Rugby, le donne transgender non saranno autorizzate a disputare partite di rugby, ciò perché causerebbero problemi di sicurezza per le loro compagne di gioco:

“Allo stato attuale, la sicurezza e l’equità non possono essere garantite per le donne che competono contro le donne transgender nel rugby di contatto”.

Nei mesi scorsi, già la federazione aveva riscontrato “il rischio di infortunio per una giocatrice affrontata da qualcuno che ha una pubertà alle spalle”. Inoltre, le donne transgender la cui pubertà e il cui sviluppo è stato influenzato dal testosterone, sono più forti dal 25% al 50% e sono mediamente più potenti al 30% e mediamente più veloci del 15% rispetto alle donne.

“Questa combinazione di massa, forza, potenza e velocità sta a significare che, in una competizione fisica diretta in tutti questi ambiti, le cis-donne, coloro che sono nate biologicamente donne e tali sono rimaste, saranno a rischio significativo di lesioni”. Così fa sapere la federazione in un comunicato, che prosegue:

“Le nuove linee guida raccomandano che le donne transgender non giochino a rugby di contatto femminile per motivi di sicurezza, a livello professionale ed internazionale del gioco, laddove le dimensioni, la forza, la potenza e la velocità sono determinati sia per il rischio che per le prestazioni ma non precludono alle federazioni nazionali una certa flessibilità nell’applicazione delle linee guida, nelle competizioni locali. Agli uomini transgender è permessa la partecipazione alle gare di rugby di contatto maschile”.

Queste nuove linee guida hanno suscitato polemiche tra le comunità LGBT. Nancy Kelley, direttore esecutivo della onlus Stonwell per i diritti lgbt, ha dichiarato: “C’è ancora molto da imparare sull’impatto della transizione sulle capacità atletiche. Mentre il mondo continua ad evolversi, è fondamentale che le politiche si espandano piuttosto che limitare la possibilità per qualunque disciplina sportiva di evolversi ed avvantaggiare tutte le nostre comunità. Siamo solidali con le persone trans di tutto il mondo che rimarranno deluse da questa notizia, Faremo il possibile per rendere lo sport accessibile a tutti”.

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