La plastica che galleggia sulle superfici del mare rappresenta solo una piccola parte delle tonnellate che risiedono sul fondo degli oceani. Almeno 14 milioni di tonnellate formerebbero un vero e proprio tappeto sotto i mari, fino a 3 chilometri di profondità. Questo è ciò che afferma uno studio realizzato dall’agenzia scientifica governativa australiana Csiro, mostrando una preoccupazione ambientale.
I fondali contengono microplastiche di un diametro di 5 mm, risultato di oggetti più grandi che nel tempo si rimpiccioliscono. A riguardo, chiara la riflessione della ricercatrice del Csiro Denise Hardesty, sulla rivista Frontiers in Marine Science: “La ricerca di microplastica in una posizione remota e a tali profondità, indica l’ubiquità della plastica. Non importa dove ti trovi nel mondo. Questo significa che in acqua si trova ovunque e ci fa riflettere sul mondo in cui viviamo e sull’impatto delle nostre abitudini di consumo su quello che è considerato un luogo incontaminato”.
Infine, la ricercatrice, a causa dell’impossibilità nel quantificare il tempo e la provenienza di tali microplastiche, ha raccomandato: “Dobbiamo assicurarci che il grande mare blu non sia un grande bidone della spazzatura. Questa è un’ulteriore prova che dobbiamo fermare tutto questo alla fonte”.