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Una bambina che sgozza un peluche: polemiche per una mostra a Cremona

Filippa Tagliarino

Una bambina che sgozza un peluche: polemiche per una mostra a Cremona

martedì 06 Ottobre 2020 - 23:14
Una bambina che sgozza un peluche: polemiche per una mostra a Cremona

Le vie di Cremona si tingono di tinte pastello: colori rasserenatori per immagini conturbanti. Questa la mostra che dal 4 all’11 ottobre vedrà protagonista l’illustratrice Nicoletta Ceccoli, artista controversa e discussa, in collaborazione col comune di Cremona e Bicincittà, che per l’occasione ha messo a disposizione 10 bici per facilitare il percorso di 20 Km con ben 40 illustrazioni di vario formato in bella vista.

L’iniziativa vuole creare un punto d’incontro tra cultura e passanti, per stimolarne la loro immaginazione. L’erudizione, quindi, a portata di tutti, peccato che le opere dell’artista risultino fin troppo audaci e scabrose, suscitando meno immaginazione e non poche polemiche.

Proprio su questi aspetti, si sono mosse le critiche di Lega e Fratelli d’Italia, che hanno criticato aspramente l’iniziativa. I primi così hanno riferito in un comunicato: “L’opera della Ceccoli,che lei stessa ha definito controversa, è caratterizzata da illustrazioni che fanno dell’infanzia un luogo pericoloso da cui difendersi e per cui le piccole protagoniste si sono già fatte dominatrici. Una mostra che mette il dubbio sulla possibilità del bene e dell’amore, insinuando che nascondono sempre un altro volto malvagio e a dire che la gratuità non esiste, che c’è sempre un secondo fine”.

Anche Francesca Gazzina, responsabile provinciale del Dipartimento Famiglia, pari opportunità e Diritti non negoziabili di Fratelli d’Italia si è mostrata turbata da tale iniziativa: “Non si discute la qualità artistica delle illustrazioni,ma il fatto che immagini come queste, che scivolano nell’horror, siano mostrate in luoghi pubblici direttamente alla vista dei più piccoli. Le sue opere dal sapore fiabesco hanno come soggetto principalmente bambine dallo sguardo a volte ieratico, altre sensuale, altre disilluso.”

Secondo l’artista, bambine che tengono in mano conigli sgozzati, che seviziano sadicamente peluche, o che fanno giochi perversi in pose discutibili, con giocattoli ad uso contestabile, nell’atmosfera fanta-horror di uno scenario sanguinante, rappresentano l’innocenza tradita.

La Ceccoli vede così il mondo infantile, dove la pura fantasia fa largo ad una maliziosa immaginazione. I bambini, sempre secondo l’artista, nascondono un’inconsapevole sensualità, seducono perché seduttori innati nell’involucro fanciullesco e spalancano la strada a chi la purezza l’ha lasciata ai posteri, autorizzati quasi legalmente a servirsi di quelle immagini per giustificare le proprie perversioni.

L’artista dalle macabre tinte pastello definisce le sue bambine degli alter ego, ma pare chiaro che la mente adulta, forse, possa aver dimenticato come vive l’immaginazione un bambino, e che ricostruirne le idee in chiave adulta possa risultare distorto. Dunque, che siano i bambini a ricordarci come si viaggia con la fantasia.

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