«L’anno scorso, con la polmonite, ero stato molto peggio. Ora, a parte la prostatite per cui ero entrato in ospedale, ho avuto solo due giorni di febbre a 38. Ma so che non va a tutti così». Così, Flavio Briatore racconta la sua recente esperienza col Covid-19 in un’intervista al Corriere della Sera.
«Paura non ne ho avuta. Credo al destino: il momento o arriva o no e io ero al San Raffaele di Milano, un centro di eccellenza. Mi sono messo tranquillo e quello che mi davano prendevo», continua l’imprenditore italiano.
A proposito della quarantena a casa di Daniela Santanchè, aggiunge: «Leggevo giornali, telefonavo, stavo alla tv. Sono state brutte la solitudine e l’impossibilità di vedere mio figlio».
In merito all’accusa di essere un negazionista del virus, Briatore commenta: «Ho solo dato ragione al dottor Alberto Zangrillo quando diceva che il virus era clinicamente inesistente, non che non esistesse più. Oggi i medici lo conoscono e trattano meglio. Infatti, l’ho preso e ne ho avuto conferma»
Sulle vicende del Billionaire l’imprenditore dichiara senza mezzi termini: «Il caso Sardegna è stato un attacco mediatico orchestrato politicamente e il Billionaire è stato strumentalizzato perché noto in tutto il mondo. Il messaggio era che qui tutti avevano il virus e in Emilia zero: solo le discoteche di destra avevano il virus, quelle di sinistra no».
Quanto ai dipendenti contagiati dal virus aggiunge: «Ne ho mille nel mondo. Io che colpa ho e loro che colpa hanno se lavoriamo? Devo licenziarli? A Londra, a Montecarlo, siamo stati sempre aperti. Mi devo scusare perché do lavoro? È una follia»
«Bisogna usare mascherine eccetera, ma far ripartire l’economia. Dare i bollettini ogni giorno spaventa e distrae da disoccupazione, ritardi nell’erogare i sussidi e incapacità del governo. In Francia hanno ridotto la quarantena a sette giorni e vedo che funziona. In Italia i 10 giorni mi sembrano una buona idea».
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