Arrestato un ragazzo di 23 anni, accusato di aver ucciso e dato alle fiamme il corpo del padre 61enne. Il delitto è avvenuto in una villa di Casale Monferrato, dove la Polizia ha rinvenuto il cadavere di Pietro Beccuti, detto Paolo. L’uomo viveva nell’abitazione insieme alla la moglie, nonostante la separazione.
La dinamica
La tragedia è avvenuta per mano di Guglielmo, 23 anni. Il ragazzo è stato fermato nella serata di lunedì 7 settembre con l’accusa di omicidio volontario e distruzione di cadavere.
Paolo era preoccupato per il futuro dei suoi due figli maschi, come ogni genitore, e ne aveva parlato pochi giorni fa con i suoi amici. Nessuna menzione però delle liti che sarebbero alla base del movente del ragazzo, che ha confessato di aver bruciato il cadavere, nel giardino della villetta.
Guglielmo Beccuti avrebbe ucciso il genitore domenica pomeriggio, prima di carbonizzare il corpo. All’una di notte, la moglie della vittima ha visto il figlio allontanarsi in stato confusionale e ha dato l’allarme. Il giovane ha provato a fuggire con l’auto del padre, ma è stato rintracciato dal gps dello smartphone, in una piazzetta in località Borgo San Martino, nelle campagne di Casale.
Paolo Beccuti è da tutti ricordato come una persona mite ed un grande intellettuale. Sui social e in piazza, amava discutere, chiacchierare e raccontarsi. Laureato in filosofia, aveva dedicato all’arte gran parte della sua vita, anche se di lavori ne aveva fatti diversi. «Non lo vedevamo da prima del Covid, non lavorava da tempo ma era impossibile si trattasse di suicidio», dicono al bar Lux da Torto, dove Paolo trascorreva le sue giornate. Guglielmo invece lo avevano visto di recente. «Un ragazzo problematico. Era sempre in giro per il mondo. Qualche giorno fa lo abbiamo visto ma di solito viaggiava, sempre in posti estremi. Dalla Thailandia al Sud America».
Lilia Ricca
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