Migliaia di fedeli hanno partecipato a una marcia contro il Governo a Port-au-Prince, organizzata dalle Chiese Protestanti.
Migliaia di fedeli hanno partecipato alla marcia, di domenica 26 luglio, a Port-au-Prince, ad Haiti, organizzata dalle chiese protestanti, per denunciare l’immoralità del nuovo codice penale. In questione, la criminalizzazione della discriminazione sull’orientamento sessuale.
Al ritmo dei carri musicali, i fedeli hanno cantato e ballato, per ore, sotto un sole cocente. Sulla maschera di stoffa del pastore Wismond Jeune, c’era lo slogan di questa marcia: “No all’immoralità, lunga vita alla famiglia”. Il sacerdote si oppone a diversi articoli del nuovo codice penale. E ha dichiarato così: «Dicono esattamente che se un pastore o un prete rifiuta il servizio, a due uomini o due donne, che vogliono sposarsi, verranno ad arrestare questo pastore che si prenderà, da uno a tre anni di prigione», ha detto.
Ricordando che il codice civile haitiano permette ancora il matrimonio, solo tra un uomo e una donna, assicura che la revisione delle leggi è solo all’inizio: «Hanno rielaborato il codice penale, poi emenderanno la Costituzione, che sarà modificata».
Questa marcia contro i diritti degli omosessuali è stata un’altra occasione per gli haitiani di dimostrare la loro rabbia contro il presidente, che ha emanato il codice penale per decreto. L’impopolarità di Jovenel Moïse sta crescendo con l’aggravarsi della povertà e l’insicurezza causata dalle bande (LR).
Fonte: Info Média Christ
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