La donna è uno dei tanti espatriati protestanti negli ultimi 18 mesi. I dettagli.
«Ho vissuto qui per dieci anni, i migliori anni della mia vita», dice Joy, originaria della Florida, sposata da sette anni con Lütfü Subasigüller, un pastore protestante di Ankara. Si stabilirono e misero su famiglia in Turchia, dove nacquero i loro tre figli.
La vita di questa famiglia pacifica è stata improvvisamente sconvolta il 5 giugno quando il Dipartimento dell’Immigrazione turco ha chiesto a Joy di prepararsi alla deportazione.
Spiega così la donna: «Questa decisione mi rende molto triste. Amo la Turchia e il popolo turco. Sono una cittadina turca, una madre casalinga e sto ancora allattando il più piccolo di tre figli». Joy non capisce come possa essere una minaccia per la sicurezza dello Stato turco, che sembra essere la ragione della sua espulsione. La coppia contesta la decisione in tribunale, sperando di scoprire il vero motivo del divieto di soggiorno in Turchia.
La donna è uno dei tanti espatriati protestanti, a cui è stato negato il visto di soggiorno, o il permesso di reingresso, negli ultimi 18 mesi. È probabile che il ministero pastorale del marito Lütfü, sia al centro del problema. Il 24 giugno, il pastore statunitense Zach Balon stava per salire su un volo dall’aeroporto di Istanbul, con la sua famiglia, quando gli è stato detto che non gli sarebbe stato permesso di tornare in Turchia. Decise di non viaggiare e si appellò alla decisione.
Osserva Timur Topuz, presidente della Fondazione della Chiesa protestante di Istanbul: «C’è stata una piccola pausa dovuta allo scoppio del Covid-19, ma ora le espulsioni sono ricominciate». E aggiunge: «Siamo di fronte a una pressione sistematica sulle chiese protestanti. Secondo la legge turca, la comunità cristiana – come altre comunità religiose – non può formare i propri leader all’interno del sistema educativo. Si affidano ai tirocinanti e ai pastori stranieri per servire le loro chiese. Richiedendo ai pastori di diverse chiese, di avere un permesso d’ingresso preventivo, e mentre 35 leader cristiani si sono visti negare l’ingresso in Turchia l’anno scorso, vediamo un tentativo da parte delle autorità di privare le chiese dei pastori».
Nel suo rapporto del 2018, l’Associazione delle Chiese protestanti ha detto che il discorso pubblico contro la piccola comunità cristiana è aumentato dopo il caso Brunson. Nel 2019 sono stati registrati meno incidenti, ma il problema rimane. La comunità protestante turca è composta da 170 chiese di varie dimensioni, per lo più situate a Istanbul, Ankara e Smirne.
Fonte: Porte Aperte France
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