La legge tutela i bambini dall'aborto per motivi di razza, sesso o disabilità. Pene fino a 10 anni di reclusione.
Il Governatore dello Stato del Mississipi (USA) ha firmato una legge che tutela i bambini non ancora nati dall’aborto per motivi di razza, sesso o disabilità.
Tate Reeves, infatti, ha approvato il Life Equality Act e se un medico dovesse ignorare consapevolmente quanto contenuto dalla legge, potrebbe rischiare fino a 10 anni di prigione.
Denise Burke, membro del gruppo di libertà religiosa Alliance Defending Freedom, ha accolto con favore la legge: «Ogni vita innocente è degna di protezione e nessuno dovrebbe essere discriminato a causa della propria razza, sesso, disabilità o difetto genetico. I bambini non dovrebbero superare un test genetico per guadagnarsi il diritto alla nascita».
ABORTI IN AUMENTO PER LA SINDROME DI DOWN
Come riporta The Christian Institute, l’anno scorso, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato che sono state interrotte il 67% delle gravidanze con bambini con la diagnosi di sindrome di Down e il tasso di aborto «tra le donne di colore è quasi 3,5 volte in più rispetto alle donne bianche».
Nel Regno Unito, nel giugno scorso, il Parlamento britannico ha votato per forzare la legge sull’aborto più liberale, quella dell’Irlanda del Nord. Nonostante l’Assemblea di Stormont abbia in precedenza respinto il regolamento, la Camera dei Comuni ha dato appoggio definitivo per l’imposizione delle leggi sull’Irlanda del Nord con un voto da 253 a 136.
Le modifiche vanno ben oltre la legge nel resto del Regno Unito, con aborti consentiti per qualsiasi motivo fino a 12 settimane. La legge consente l’aborto per qualsiasi motivo fino a 24 settimane e fino alla nascita per motivi di disabilità. Ciò potrebbe includere la sindrome di Down e persino la palatoschisi.
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