L'organizzazione Genocide Watch parla di oltre 27.000 persone uccise nell'ultimo decennio nel Paese africano.
«La negazione fa parte di qualsiasi genocidio. Presente all’inizio, e continua, di solito, per molto tempo dopo».
Un gruppo che difende i cristiani ha lanciato un appello sulla piattaforma Zoom, denunciato l’inazione, di fronte alle violenze contro i cristiani, in Nigeria. Uno scenario che, secondo loro, ricorda quello del Ruanda o del Darfur.
Franck Wolf, ex membro del Congresso, è un esperto di genocidi. Per lui: «La storia si ripete. Quando il mondo e gli Stati Uniti hanno ignorato il genocidio in Ruanda, centinaia di migliaia di persone sono morte. Rapporti quasi quotidiani mostrano un aumento della violenza e delle morti in Nigeria. Un’implosione della Nigeria destabilizzerà i Paesi circostanti e manderà milioni di rifugiati in Europa, e oltre».
Nella conferenza stampa si parla, poi, delle violenze commesse dai pastori Fulani, da Boko Haram e dallo Stato islamico dell’Africa occidentale. L’organizzazione Genocide Watch parla di oltre 27.000 persone uccise nell’ultimo decennio. Eric Ross ha condiviso un video che rivela «la diffusione dei massacri genocidi dei gruppi terroristici jihadisti, in Nigeria, e nel Sahel, dal 2009 al 2020».
«I massacri hanno ucciso più di 27.000 persone, di cui migliaia nel 2019 e nel 2020, rendendoli i massacri più letali, commessi dai terroristi dal 2010, più che dallo Stato islamico, in Iraq e in Siria. Prendendo di mira soprattutto i cristiani».
Per Greg Stanton di Genocide Watch è la negazione che impedisce l’azione internazionale. E afferma così: «La negazione fa parte di ogni genocidio. Era esattamente la stessa storia in Ruanda prima del genocidio». Secondo lui, la stessa dinamica è all’opera in Nigeria. «La nostra stessa ambasciata nega ancora che si tratti di genocidio, che le milizie Peul stiano commettendo un genocidio».
Franck Wolf chiede la presenza di un ‘inviato speciale’ sul posto, anche se ricorda che in Darfur questo non è stato sufficiente. «In Darfur, ci siamo resi conto che un’indagine del nostro stesso governo non era sufficiente a convincere le Nazioni Unite. Hanno istituito una loro commissione d’inchiesta, che ha pubblicato un rapporto che diceva che non c’erano prove sufficienti, dell’intenzione del Sudan, di commettere un genocidio contro il popolo del Darfur. Al momento della formazione della commissione, c’erano già 50.000 Darfuris assassinati, con l’aiuto del governo sudanese, tra bombardamenti e altro».
Wolf conclude dicendo che: «Il governo centrale, il governo federale, agisce essenzialmente come spettatore. Non lo sta perseguendo attivamente». Secondo lui, ogni giorno che passa, senza un inviato speciale, porterà alla morte di più persone.
Fonte: Info Chrétienne
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