Secondo la guida spirituale musulmana il certificato di matrimonio agli atti è falso.
Maira Shahbaz è una giovane adolescente cristiana. Il 28 aprile scorso, all’età di soli 14 anni, è stata rapita in Pakistan da uomini armati che l’hanno costretta, prima di convertirsi all’Islam e successivamente a sposarsi con Mohamad Nakash, un musulmano.
Il tribunale di primo grado di Faisalabad si è pronunciato a favore dell’aggressore. Così, sperando di poter riabbracciare la propria figlia, i genitori di Maira hanno deciso di presentare ricorso al primo verdetto.
Con grande stupore da parte di molti, il Grand Mufti della moschea locale ha emesso un parere storico per conto della moschea sunnita Rizvi Jammah di Faisalabad. Per lui, il certificato di matrimonio presentato alla corte da Mohamad Nakash, che afferma di aver legalmente sposato Maira, è falso.
Per Lala Robin Daniel, amica della famiglia di Maira e attivista impegnata nella difesa dei diritti umani, si tratta di una decisione storica.
«Data la concezione del matrimonio all’interno della comunità musulmana – afferma Lala Robin Daniel – l’intervento del Grand Mufti è significativo. Il certificato di matrimonio che il signor Nakash ha prodotto è senza dubbio falso. La firma dell’imam che ha celebrato il matrimonio è falsa. Non si fa menzione del precedente matrimonio di Nakash, non c’è consenso da parte della donna con la quale era già sposato. Tutta questa vicenda è una frode».
Traduzione dell’articolo: Au Pakistan, le Grand Mufti de la mosquée locale vient en aide à Maira Shabhaz, jeune chrétienne de 14 ans mariée de force
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Gabriele Giovanni Vernengo