La leader di Fratelli d'Italia intervistata da Libero. Affrontati vari temi.
«Al Governo Conte do l’insufficienza piena sulla pandemia. Non ci ha mai ascoltato. Non siamo mai stati ascoltati». Tuona così, durante un’intervista rilasciata a Libero, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che boccia il premier Giuseppe Conte per la gestione dell’emergenza sanitaria da Coronavirus.
«AVEVAMO DENUNCIATO IL PERICOLO DELLA CINA»
«Per primi – sottolinea Giorgia Meloni – abbiamo chiesto misure restrittive sulla Cina mentre altri prendevano aperitivi e mangiavano involtini primavera. Per primi abbiamo chiesto il lockdown che il governo ha posticipato di due settimane con tutte le drammatiche conseguenze. Per primi abbiamo chiesto lo scostamento di bilancio di 30 miliardi mentre Conte parlava di 3miliardi ma poi è salito a 25».
E SULLE SCELTE ECONOMICHE?
«Sulla gestione economica – aggiunge Giorgia Meloni – il governo, invece, non merita più di un 2 in pagella. Ha dilapidato 80 miliardi con marchette, bonus, regalie e poltrone. Atteggiamento inaccettabile. E le grandi questioni economiche restano nel cassetto anche dopo i cosiddetti Stati Generali. Si procede con provvedimenti a tampone. Una follia».
VOLEVANO IMPEDIRCI DI MANIFESTARE
«Ci sono stati vari tentativi per impedire la nostra manifestazione – dice ancora Giorgia Meloni – Del resto Fratelli d’Italia è stato il primo partito a scendere in piazza con le mascherine d’ordinanza nonostante le polemiche sui rischi di assembramento che sembrano valere solo per noi. inizialmente era stata autorizzata la presenza di solo 1.800 persone in una piazza (del Popolo) di ben 14.000 metri quadri. Una persona ogni sette metri quadrati. Un distanziamento discrezionale che si giustifica in base a chi va in piazza, dato che nella stessa piazza per la recente manifestazione per la morte di George Floyd c’erano circa 6000 persone, a cui non è stato chiesto alcun distanziamento. Ora, a fronte di una mia protesta potremo portare in piazza sabato 4.200 persone. Si vede che hanno rifatto i conti».
CONTE ATTACCATO ALLA POLTRONA?
«Talvolta ho l’impressione – continua Giorgia Meloni – che il premier sia un lupo travestito da agnello. Una persona con obiettivi precisi, un ragazzo determinato che sa quel che vuole. E vuole rimanere a Palazzo Chigi il più a lungo possibile. Costi quel che costi».
UN GOVERNO FRAGILE
«Ritengo – dice ancora la leader di Fratelli d’Italia – che se il governo dovesse aprire all’opposizione, il precario equilibrio sul quale si regge la maggioranza andrebbe in frantumi. I loro rapporti interni sono fragilissimi. Così non possono reggere altri tre anni».
UN’OPPOSIZIONE COESA
«Come opposizione – continua Giorgia Meloni – stiamo bene nonostante quello che scrivono alcuni giornali che raccontano di continue competizioni tra Meloni, Salvini e Berlusconi. Certo siamo tre partiti diversi, discutiamo, ci confrontiamo ma nei momenti importanti sappiamo essere una coalizione. Per l’alternativa».
MES: UNA QUESTIONE DIVISIVA
«Il Mes è l’unico problema che abbiamo – incalza Giorgia Meloni – Nulla in confronto ai problemi della maggioranza. Sul Meccanismo di Stabilità io pongo due problemi. Se è così conveniente come ci racconta la sinistra perché nessuno stato lo prende? Poi l’Europa ci manda a dire che senza Mes sarà più difficile ottenere il Recovery Fund che noi sosteniamo se finanziato con eurobond. Incomprensibile. Andreottianamente parlando, se tutti lolodano questo Mes, non sarà che nasconde una sola? La sorveglianza post programma significa troika, cioè le riforme che vuole la Germania, finché non avremo restituito almeno il 75% del prestito. Per questo non capisco gli amici di Forza Italia».
UNA DESTRA UNITA
«Vogliamo creare – spiega Giorgia Meloni – una destra plurale. Vogliamo accogliere nella nostra casa liberali, cattolici, riformisti. Vogliamo diventare la casa delle migliori energie della nazione, perché noi facciamo politica per provare a dare un futuro migliore alla nostra patria, non per smania di protagonismo o visibilità».
«I MAGISTRATI NON FACCIANO POLITICA»
«È evidente – continua Giorgia Meloni – da anni che un pezzo di magistratura costituisce un problema. Non è accettabile che i magistrati facciano politica, attacchino avversari invece di dare risposte ai cittadini. Fa rabbrividire che per alcuni magistrati la legge non sia uguale per tutti umiliando quei servitori dello stato che sono in trincea per difendere i diritti degli italiani».
BERLUSCONI SENATORE A VITA?
«Fratelli d’Italia – conclude in conclusione Giorgia Meloni – è per l’abolizione dei senatori a vita ma se la legge non cambia Berlusconi potrebbe essere certamente nominato. È sempre stato eletto in Parlamento e fu fatto decadere da senatore a causa di una sentenza che secondo le rivelazioni sarebbe stata ‘abnorme e pilotata’. Nominarlo senatore a vita equivarrebbe a sanare l’ingiustizia» (GV).
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