Porte Aperte narra il dramma dei cristiani copti in Egitto: alcuni spariscono senza lasciare tracce, altri tornano alla luce dopo la cornversione all'Islam.
In Egitto sempre più cristiani copti sono vittime delle vessazioni di alcuni gruppi islamici. Spesso di molti non si ha più traccia, mentre altri tornano alla luce solo dopo aver abbandonano la fede cristiana.
Ciò che Porte Aperte riferisce in un recente articolo si basa sui dati dell’Ong Coptic Solidarity, che ha sede negli Usa e che, pur non avendo a disposizione cifre precise esatte, stima che siano centinaia i copti cristiani, le ragazze e le donne sposate che vanno incontro a tale destino sul territorio egiziano.
Negli ultimi due mesi, almeno quattro giovani copti e una donna sposata sono scomparsi. Quest’ultima, Ranya Abd al-Masih, ha 39 anni e tre figlie. A pochi giorni dalla sparizione, è apparsa in un video dove ha dichiarato di essersi convertita all’Islam e di aver tagliato i ponti con la famiglia. Il sospetto che si tratti di una conversione forzata è davvero forte.
Le dichiarazioni di un ex rapitore, inoltre, ampliano la visuale sui meccanismi che stanno dietro a rapimenti di questo tipo: «I rapitori minacciano le ragazze di convertirsi all’Islam. Una volta raggiunta l’età legale, un ufficiale islamico complice attesta la conversione, redige un certificato ufficiale e cambia la menzione della religione sulla carta d’identità della ragazza».
Una forte minaccia che pesa sul capo dei cristiani copti del luogo, che temono di lasciare le loro donne da sole o e le case incustodite. La fascia forse più vulnerabile è quella delle minorenni, rapite per dar luogo a matrimoni forzati.
Gina Lo Piparo
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