Le parole dell'europarlamentare della Lega dopo la decisione della Regione Umbria di abrogare la delibera che nel dicembre 2018 aveva introdotto il regime di Day Hospital per la Ivg farmacologica.
Simona Baldassarre, medico ed Europarlamentare della Lega, commentando la decisione della presidente dell’Umbria, Donatella Tesei, di ripristinare l’obbligo di un ricovero ospedaliero di almeno tre giorni per le donne intenzionate a sottoporsi a un’interruzione volontaria di gravidanza, ha affermato: «Ottima la decisione della Giunta di centro-destra in Umbria che ha abolito l’aborto farmacologico in day hospital, tutelando con un ricovero di almeno tre giorni le donne che intendono interrompere la propria gravidanza».
«Di fronte al dramma dell’aborto – ha aggiunto la leghista – queste madri hanno bisogno che lo Stato e i medici siano a loro fianco durante tutto il percorso sanitario e psicologico, considerati i possibili effetti collaterali del ‘farmaco incubo’ Ru486 e il rischio di crisi post-aborto. Sarebbe stato sicuramente più economico e sbrigativo per la Regione farle abortire come vogliono le sinistre: ‘al volo’ in un day hospital o addirittura solo grazie a un servizio di assistenza domiciliare. La scelta coraggiosa dell’Umbria rappresenta invece un passo in avanti, nella speranza che si scelga sempre e comunque a favore della Vita. L’auspicio è che anche il Governo Conte, al più presto, riconosca l’importanza della donna, dei nascituri e della famiglia promuovendo politiche sociali, economiche e culturali tese a sostenere la Vita, in ogni sua fase».
Sul tema è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza che ha richiesto un parere al Consiglio superiore di sanità (CSS), alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, «in merito alla interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico. L’ultimo parere in materia era stato espresso dal Css nel 2010», sottolinea una nota del ministero Salute.
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