Una chiesa frequentata da più di 3.000 fedeli demolita dalle autorità militari. È accaduto lo scorso 20 maggio a Koum Al Farag, in Egitto.
Una chiesa frequentata da più di 3.000 fedeli demolita dalle autorità militari. È accaduto lo scorso 20 maggio a Koum Al Farag, vicino ad Alessandria, in Egitto. La polizia ha arrestato parecchi dissidenti (come riporta anche Porte Aperte).
La chiesa era stata costruita quindici anni fa, ma le tensioni sono sorte dopo l’aggiunta di altri due piani all’edificio già esistente. Questa estensione non sembrava illecita al diacono Bishoy che, attraverso la Ong cristiana Porte Aperte, ha raccontato:«Non appena abbiamo iniziato la costruzione, gli estremiti islamici ci hanno attaccato. Fortunatamente, questo primo attacco è stato fermato dai musulmani moderati nel nostro villaggio».
Presumibilmente in segno di protesta, i musulmani hanno cominciato a costruire una moschea senza fondamenta su terreni agricoli, proprio di fronte alla chiesa. Per allentare le tensioni, le autorità hanno ordinato la distruzione della moschea ma anche della chiesa. Attraverso il proprio legale, la chiesa ha cercato di appellarsi alla decisione, senza successo. Duecento poliziotti sono intervenuti, colpendo un prete e disperdendo i fedeli presenti attraverso dei gas lacrimogeni.
«Hanno arrestato quattordici membri della chiesa, – ha raccontato il diacono – che non sono stati rilasciati fino al giorno successivo. Tra loro c’è un uomo con un braccio rotto durante lo scontro, che non ha ricevuto cure mediche. Hanno demolito l’altare e distrutto i libri cristiani».
Ora, la chiesa più vicina è oa 15 chilometri di distanza. Nella classifica redatta da Porte Apere riguardante la persecuzione dei cristiani l’Egitto è al 16esimo posto. Fonte: Evangelique.info.
Gabriele Giovanni Vernengo
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