Da Palermo e Napoli, due murales come eco della lotta per i diritti umani.
Da Palermo arriva l’eco della lotta al razzismo in corso in questi giorni negli Stati Uniti dopo l’omicidio dell’afroamericano George Floyd per mano degli agenti della Polizia. Prima la scritta “I can’t breathe”, sugli scogli del Foro Italico, adesso il volto di Floyd in piazza Mediterraneo a Ballarò.

I can’t breathe, Foro Italico, Palermo
Palermo fa sentire la sua voce in mezzo ad una pagina buia della storia americana che riaccende i riflettori sul tema dei diritti umani. L’opera palermitana è nata dal rapper Christian Picciotto Paterniti ed è stata realizzata dallo street artist palermitano Alec.

No racism, Ballarò, Palermo
Anche da Napoli arriva un “grido” per dire “no”. Da un tetto di Barra su un edificio del rione Basignano dove lo street artist olandese Jorit ha realizzato un murale di 2 metri per 5 metri con i 5 volti di Lenin, Martin Luther King, Floyd, Malcom X e Angela Davis. «È tempo di cambiare il mondo», scrive in calce alla sua opera per sensibilizzare ancora una volta l’opinione pubblica attraverso la potenza di immagini e parole. «Il video della morte di Floyd mi ha sconvolto», spiega durante i colpi finale della realizzazione della sua opera. Prima di conludere con le parole di M.L. King: «Una rivolta è in fondo il linguaggio di chi non viene ascoltato».

Time to change the world, Napoli