L'appello del cardinale statunitense Kevin Farrell a una veglia di preghiera organizzata da Sant'Egidio per la coesistenza pacifica negli USA.
Kevin Joseph Farrell, cardinale statunitense, ha presieduto la veglia di preghiera organizzata da Sant’Egidio per la coesistenza pacifica negli Usa.
«Cari fratelli e sorelle, – ha esordito il porporato – in questi giorni, il mondo intero osserva con apprensione l’ondata di proteste che sta attraversando moltissime città degli Stati Uniti d’America a seguito dell’ingiusta morte di George Floyd. Soprattutto per noi cittadini americani è motivo di grande tristezza costatare come nel nostro paese persistano ancora discriminazioni, pregiudizi e odio per motivi razziali. Siamo sempre inclini a pensare che dopo lunghi anni di battaglie per i diritti civili e per l’uguaglianza razziale, certe ingiustizie e certe violenze del passato non possano più ripetersi. Ma vediamo con dolore che non è così. La pace sociale e la convivenza fraterna fra tutti i cittadini non sono mai un fatto scontato».
«Purtroppo anche fra noi può infiltrarsi un modo di pensare distorto, che porta a identificarci solo con una parte, prendendo le distanze da chi appartiene alla parte avversa – ha aggiunto il porporato – benestanti contro classi povere, intellettuali contro persone incolte, progressisti contro conservatori, bianchi contro neri, e così facendo perdiamo di vista completamente la dimensione universale del messaggio di Cristo o addirittura finiamo per identificare la nostra fede cristiana con la visione ideologica della parte che abbiamo abbracciato».
Il richiamo del cardinale:
Da qui il richiamo: «Per noi Cristiani è doveroso anche insistere sul fatto che il mezzo deve essere sempre in armonia con il fine. Gesù ha parlato della povertà vivendo poveramente, ha parlato della dignità dell’amore umano vivendo castamente, ha parlato della misericordia del Padre avendo misericordia di tutti, anche dei suoi nemici. In questo senso, non si può sperare di promuovere la pace sociale con la violenza, non si può superare l’ingiustizia commettendo ingiustizie e crimini ancor più gravi di quelli che si vuole denunciare. Noi cristiani, allora, dobbiamo sempre esortare tutte le persone di buona volontà a unire i loro sforzi per costruire insieme qualcosa che rimanga come bene duraturo per tutti, fuggendo dalla tentazione di distruggere irrazionalmente ciò che esiste e di dare sfogo cieco alla propria rabbia e frustrazione. Una cultura del rispetto, un senso di fratellanza universale, condizioni di vita degne, leggi giuste sono beni che restano. Parole e gesti offensivi di disprezzo, saccheggi e violenze non portano a niente di buono per il futuro».
Farrell ha ricordato che la Chiesa «quando fa risuonare le parole del Vangelo, vuole essere fedele a Gesù, non vuole schierarsi con una parte o con una categoria contro un’altra, non vuole fare propaganda politica né fare proseliti per sé, ma vuole semplicemente aiutare la società a promuovere il bene comune e a creare legami di autentica fratellanza fra gli uomini. Chiediamo al Signore che guardi a tutte le vittime innocenti morte per le ingiustizie e le discriminazioni razziali e il loro sangue versato aiuti la nostra amata nazione a costruire una società veramente pacificata e fraterna».
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