Le parole di Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova ed esperto che guida l'emergenza in Veneto.
«Se avessimo potuto analizzare la circolazione del coronavirus intorno al 20 gennaio a Vo’ avremmo detto che si trattava di un virus irrilevante. Questo fa capire come le affermazioni fatte ora, in un momento in cui c’è una bassa circolazione virale, non rappresentano la reale pericolosità di questo virus. E significa anche che i casi che ci sono in Italia, anche se pochi, non vanno sottovalutati».
Queste le parole di Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova ed esperto che guida l’emergenza in Veneto, durante la trasmissione Agorà su Rai3, condotta da Serena Bertone.
«Questo virus, infatti – ha aggiunto Crisanti – in riferimento alle recenti polemiche sulla presunta diminuita pericolosità del Sars-Cov-2 -, per motivi che non sappiamo, si diffonde senza farsi notare nella popolazione tra gli asintomatici, poi quando raggiunge una certa massa di contagi, le persone cominciano ad ammalarsi in modo grave e con conseguenze devastanti». Quindi «non esiste il rischio zero in questo momento».
«Da alcuni studi – ha detto Massimo Galli, direttore di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova – è emerso che circa il 5% della popolazione di Vo’ Euganeo ha anticorpi contro il virus e quindi è possibile datare l’entrata del virus a Vo’ Euganeo tra la prima e la seconda settimana di gennaio».
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