Così il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in audizione in video conferenza alla XII Commissione Affari Sociali della Camera.
«Siamo ancora nella fase pandemica». Così il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in audizione in video conferenza alla XII Commissione Affari Sociali della Camera sulle iniziative volte al monitoraggio dei contatti interpersonali nell’ambito delle misure di sanità pubblica legate al contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19.
“È vero che possiamo chiamarla fase 2- ha proseguito l’esperto – ma ad oggi abbiamo ancora nuovi casi ogni giorno, un po’ in tutte le Regioni. Abbiamo tutta una serie di indicazioni che ci mostrano come la situazione stia migliorando, anche rispetto alle persone ricoverate soprattutto nelle terapie intensive, ma comunque quotidianamente vengono individuati nuovi casi».
Brusaferro ha ricordato che «il primo obiettivo è contenere la circolazione del virus. Non siamo ancora in grado di immaginarne l’eradicazione, che sarà raggiunta con il vaccino, ma la priorità è far sì che la diffusione sia limitata. Tenere l’Rt al di sotto dell’1 è l’obiettivo che ci proponiamo».
«Il secondo obiettivo molto importante – ha aggiunto – è fare in modo che la quantità di nuovi casi sia gestibile dalle strutture sanitarie. Terzo, tutte queste misurazioni sono importanti perché ci consentono di capire se le misure di apertura sono sostenibili per non tornare a una fase di crescita dell’epidemia, cioé quando l’indice Rt è superiore a 1. Ricordiamo che lasciato libero il virus ne infetta 2 o 3 per ogni persona malata».
La fase 2, ha spiegato Brusaferro, «si può articolare attraverso 3 gambe: il monitoraggio stretto di quanto avviene a livello nazionale e soprattutto regionale per intercettare precocemente eventuali focolai che possano poi facilitare la diffusione del virus. La seconda gamba è quella di garantire allo stesso tempo una serie di servizi e di strutture che siano in grado di far fronte alle esigenze dei malati Covid. Ma parallelamente in questa fase e’ importante che anche le funzioni base dei servizi sanitari vengano garantite, mentre in fase 1 per la sicurezza dei pazienti gran parte delle attività elettive sono state sospese o fortemente limitate. Una parte delle strutture devono essere dedicate specificamente al Covid, il resto alle normali attività. L’insieme di queste misure ci consente di misurare l’impatto delle azioni adottate, e capire se il sistema è sostenibile. La centralità in questo momento è avere dei dati tempestivi e completi per il monitoraggio di quanto sta avvenendo».
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