I vescovi della Sicilia hanno manifestato con un documento «piena adesione» alla Nota della Conferenza episcopale italiana.
I vescovi della Sicilia «interpreti del sentimento del clero e dei fedeli che desiderano la ripresa graduale della vita liturgica e delle attività pastorali», hanno manifestato con un documento «piena adesione» alla Nota della Conferenza episcopale italiana e condividono «il disaccordo» sul Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, varato ieri, con il quale si «esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo», «compromettendo ulteriormente l’esercizio della libertà di culto garantita dalla Costituzione italiana».
Si ribadisce che «è fondamentale distinguere tra le responsabilità politiche del governo, le responsabilità professionali del Comitato tecnico-scientifico e le responsabilità etico-spirituali della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana nel doveroso rispetto della propria autonomia e con l’adozione delle misure idonee a salvaguardare la salute dei cittadini».
La persona, hanno sottolineato i vescovi delle Chiese di Sicilia, «non si nutre solo di pane e il suo equilibrio è frutto di una serie di relazioni, con Dio e con gli altri. Gli squilibri, per di più, penalizzerebbero anche l’ambito economico e persino la salute fisica».
Peraltro, «sembra non comprendersi che l’attività solidale delle organizzazioni cattoliche, che si adoperano alacremente per alleviare l’indigenza di tante famiglie e sostenere le strutture sanitarie, nasce da una fede che deve attingere a una sorgente cosi’ fondamentale come la vita sacramentale».
È auspicabile che in tempi brevi, concludono i vescovi dell’Isola, il governo italiano «riavvii la trattativa con la Conferenza episcopale italiana per riesaminare orientamenti e protocolli finalizzati alla ripresa immediata della piena partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza».
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Violata la Costituzione!