Due pastori sono stati arrestati il 28 marzo scorso in Nepal, accusati erroneamente di non aver rispettato le norme sanitarie per prevenire la diffusione del coronavirus.
Due pastori sono stati arrestati il 28 marzo scorso in Nepal, accusati erroneamente di non aver rispettato le norme sanitarie per prevenire la diffusione del coronavirus.
Il 24 marzo, come riportato su Evangelique.info, il governo nepalese ha ordinato un contenimento generale in tutto il Paese e ha annunciato la sospensione dei servizi religiosi.
Nella provincia di Karnali, gli agenti della polizia hanno varcato il cancello chiuso della chiesa di Nissi e hanno arrestato il suo pastore, accusandolo di continuare ad esercitare il culto.
«Ho trascorso del tempo in famiglia a discutere e studiare la Bibbia», ha raccontato il pastore Gurung a Morning Star News. Ha spiegato che era con delle persone che vivono negli stessi locali della sua famiglia, mentre normalmente la chiesa accoglie circa 800 persone per il culto.
Lo stesso giorno, nella stessa provincia, è stato arrestato anche il pastore Prem Bahadur, anch’egli accusato falsamente di essersi riunito con la sua comunità per un servizio religioso. Secondo lui, alcuni membri della sua Chiesa si erano recati nel luogo di culto senza conoscere le nuove direttive del governo.
E mentre il pastore gli stava spiegando la situazione, dicendogli di tornare a casa, sono sopraggiunti sette agenti di polizia e hanno ferito tre persone. La polizia ha messo Prem Bahadar nella stessa cella di Gurung. I due pastori sono stati rilasciati su cauzione la sera successiva.
Il Nepal, la cui costituzione proibisce il cambio di religione, è al 32° posto nella classifica mondiale di persecuzione dei cristiani della ONG Open Doors.
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