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L’Italia non è sola: da Shangai arrivano i medici per combattere il coronavirus

Filippa Tagliarino

L’Italia non è sola: da Shangai arrivano i medici per combattere il coronavirus

venerdì 13 Marzo 2020 - 11:14
L’Italia non è sola: da Shangai arrivano i medici per combattere il coronavirus

Da Shangai è arrivato l'atteso team medico specializzato in supporto all'Italia, pronto a combattere la battaglia contro il coronavirus.

Erano attesissimi, come dei supereroi pronti a sconfiggere il nemico invisibile che attanaglia la Penisola. Loro, che quel nemico lo conoscono bene, lo hanno già affrontato e nel loro arrivo, intorno la mezzanotte del 13 marzo, gli italiani hanno visto una speranza.

Un’équipe medica dalla Cina, con un carico enorme di presidi, ha varcato quel confine ostico che circonda l’Italia, atterrando all’aeroporto di Fiumicino per sostenere la battaglia contro il coronavirus che da settimane non dà tregua ai nostri medici, infermieri e operatori socio-sanitari che si trovano ad affrontare la tremenda influenza oscura e ignota.

Rianimatori, pediatri, infermieri fanno parte del terzo team inviato dalla Cina, dopo quello in Iraq e Iran, guidati dal vicepresidente della Croce Rossa cinese Yang Huichuan e dal professore di rianimazione cardiopolmonare Liang Zongan.

L’esperto gruppo medico, rappresentato da figure di altissimo livello, celebre per aver coordinato le operazioni di contrasto al coronavirus a Wuhan in una situazione assai disperata, venendone a capo in soli 70 giorni, ha portato con sé tonnellate di materiale, tra cui ventilatori polmonari, mascherine, tute protettive e tamponi per effettuare i test.

L’Ambasciata cinese in Italia, il cui ambasciatore Li Junhua si trovava in aeroporto per accogliere gli specialisti, ha commentato così in un post su Facebook: «Quasi 10.000 chilometri da Shangai a Roma, ma c’è grande entusiasmo. Ora poche ore di riposo e il team di medici cinesi sarà pronto per dare il suo contributo. Forza Cina e Italia».

Anche il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, ha commentato con entusiasmo l’evento: «Questo è quello che noi definiamo solidarietà e sono sicuro che ne arriverà altra. Non siamo soli, ci sono persone nel mondo che vogliono aiutare l’Italia» e poi ha aggiunto: «Tanti ministri degli esteri mi hanno chiamato e mi hanno detto che ci vogliono aiutare».

L’Italia piombata nello sconforto cerca da tempo un’aspettativa a cui aggrapparsi. l’isolamento e l’attesa, senza un traguardo speranzoso, rendono la quotidianità disagevole e complicata, perciò il sostegno oltre il confine risulta lo spiraglio perfetto di cui gli italiani avevano bisogno, per non sentirsi soli in questa lunga e scomoda battaglia.

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