L'Arabia Saudita ferma i pellegrinaggi rituali per contrastare l'avanzata del Coronavirus. Vietato l'accesso alla Caaba e alla moschea di Maometto.
Sospese messe e incontri religiosi: ai tempi del coronavirus, tv e social sono diventati i canali a cui attingere per il proprio fabbisogno spirituale in mancanza di assemblee in carne ed ossa.
Ma non è solo il Cristianesimo ad aver visto le proprie consuetudini modificate dall’ondata di contagi, anche l’Islam vede per il momento vietata una delle pratiche fondanti della sua stessa fede: i pellegrinaggi ai luoghi sacri.
Pilastro dell’Islam insieme ad altri precetti, il “hajj”, pellegrinaggio rituale, dev’essere compiuto almeno una volta nella vita da ogni musulmano. Secondo fonti locali, ogni anno sono circa 7 milioni i pellegrini che si recano appositamente in Arabia Saudita.
Adesso, però, le autorità locali hanno vietato l’accesso alla Caaba, l’edificio cubico all’interno della Sacra Moschea, al centro della Mecca, e alla moschea dedicata al profeta Maometto a Medina.
La norma naturalmente ha lo scopo di contrastare la diffusione del coronavirus impedendo assemblee molto numerose.
Inoltre, le autorità del regno wahabita hanno anche imposto, a titolo precauzionale, il divieto d’ingresso per i viaggiatori che vengono dai Paesi più colpiti dal contagio.
Temporaneamente sospesa, infine, anche la facoltà di spostarsi tra l’Arabia e gli altri Paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo usando la sola carta d’identità, a meno che non si voglia rientrare in madrepatria.
Gina Lo Piparo
LEGGI ANCHE: Coronavirus, stop alle funzioni religiose anche in Corea del Sud