«Il governo sta lavorando a un piano straordinario di rilancio per far fronte alle ricadute economiche del Coronavirus, ma ricordiamo che l'Italia è forte».
«Il governo sta lavorando a un piano straordinario di rilancio per far fronte alle ricadute economiche del Coronavirus, ma ricordiamo che l’Italia è forte».
Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella sua informativa al Senato. «Serve unità e responsabilità – ha continuato Speranza – Descrivere l’Italia come un paese colpito e travolto da una incontrollata emergenza sanitaria è un danno grave alle nostre imprese, al turismo, al nostro sistema paese. Il presidente del Consiglio e il ministro dell’economia stanno lavorando ad un piano straordinario di rilancio per affrontare le ricadute economiche di questa emergenza».
«L’Italia – ha aggiunto il ministro – è forte, siamo una potenza del G7 ascoltata e rispettata nel campo della tutela della salute pubblica. Non dobbiamo avere paura: nessuna sottovalutazione o facile ottimismo, ma noi, insieme ad altri paesi, dobbiamo avere forza e energie per affrontare questa emergenza. L’Oms ha affermato che bisogna fidarsi pienamente delle azioni messe in campo in Italia e la commissaria europea alla salute ha sostenuto che il nostro Paese ha adottato misure risolute e tempestive ». Ieri, intanto, è stato approvato con il consenso di tutte le forze politiche, il decreto sul Coronavirus.
IL DECRETO
«Con il consenso di tutte le forze politiche – ha ricordato Speranza – è stato approvato il decreto che dà la facoltà alle autorità competenti di adottare ogni misura finalizzata al contenimento della diffusione del nuovo Coronavirus».
Tra queste misure: la possibilità di ‘isolamento’ dei comuni interessati dal contagio, ovvero il divieto di allontanamento dagli stessi e il divieto di accesso nei medesimi, (misura adottata solo per 10 comuni in Lombardia e 1 in Veneto); la possibilità di sospensione di: qualsiasi manifestazione ed evento pubblico o privato (inclusi quelli ludici, sportivi e religiosi); dei servizi scolastici e universitari e dei viaggi di istruzione, delle attività degli uffici pubblici e delle procedure concorsuali; del trasporto (terreste, ferroviario, marittimo) di merci e persone e delle attività lavorative e, inoltre prevista la chiusura delle attività commerciali».
«Il decreto – ha proseguito Speranza – consente di adottare le richiamate misure di contenimento sia nei comuni oggetto del contagio, sia in aree limitrofe. Non essendo disponibili al momento farmaci o vaccini, per cui comunque la comunità scientifica è al lavoro, l’isolamento dei contagiati è l’unica strada che garantisce efficacemente la riduzione della diffusione del virus. Per questa ragione il lavoro fatto in questi giorni in Italia ha avuto l’obiettivo di isolare i casi positivi e tracciare i contatti stretti».
«SERVE LA COLLABORAZIONE DI TUTTI…»
GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS
«Gli studi finora fatti, il più autorevole su 44.000 casi in Cina, – ha detto Speranza – hanno dimostrato che il nuovo Coronavirus, nella stragrande maggioranza dei casi, comporta sintomi molto lievi. Il paragone anche con altre epidemie è eloquente. La Sars ha un tasso di letalità del 9,6%. L’Ebola, la cui epidemia in corso in Congo è tutt’ora un’emergenza internazionale di salute pubblica dell’Oms, ha un tasso di letalità stimato intorno al 50%. Si guarisce rapidamente – ha sottolineato Speranza – e spontaneamente nell’80% dei casi, e nel 15% dopo regolar cure sanitarie. Solo il 5% presenta problemi molto gravi ed il tasso di letalità è poco sopra il 2% ed in larghissima parte legato alle preesistenti condizioni morbose di soggetti anziani».
«L’evoluzione non si presta a facili previsioni – ha sottolineato Speranza – a questa incertezza però si contrappone la certezza che il Coronavirus comporta sintomi lievi, dal paragone con le altre epidemia è evidente. Dal Coronavirus si guarisce, il tasso di mortalità è legato in gran parte a situazioni pre esistenti in pazienti anziani. Si guarisce rapidamente e spontaneamente nell’80% dei casi, nel 15% dopo regolari cure sanitarie, solo il 5% ha problemi molto gravi e il tasso di letalità è poco sopra il 2%. Perché ci preoccupiamo tanto? Perché a un basso tasso di letalità corrisponde un tasso significativo di contagio», ricordando che, in assenza del vaccino, la misura più efficace è rappresentata dall’isolamento.
Gabriele Giovanni Vernengo